Migliorano le condizioni dell'ex 007

Sergej Skripal risponde alle cure e sta migliorando”: dall'ospedale di Salisbury dove è ricoverata l'ex spia russa, vittima di un avvelenamento da gas nervino, comincia a filtrare ottimismo. Dopo che, nei giorni scorsi, sua figlia Yulia aveva mostrato evidenti segni di miglioramento, ora è proprio lo 007 che sarebbe stato dato fuori pericolo, circa un mese dopo (giorno più, giorno meno) l'attentato compiuto contro di lui all'interno di un centro commerciale della città britannica. A dare conto delle sue condizioni, prima della nota dei medici, era stata proprio la figlia 33enne, come lui intossicata dal gas ma, pochi giorni fa, tornata a parlare per la prima volta dopo la vicenda che l'ha vista coinvolta: “Sto meglio, ogni giorno mi sento più in forze”. Le parole di Yulia Skripal erano state affidate a un comunicato di Scotland Yard.

Le parole di Yulia

La stessa Yulia, poco prima, aveva effettuato una conversazione telefonica con una parente, diffusa successivamente da un tv russa e nella quale dava alcune informazioni riguardo suo padre: “Stiamo tutti bene, il papà adesso dorme, non c’è niente di irreparabile”. L'iniziale diffidenza delle autorità britanniche era stata fugata dal 'The Guardian' che, verificando la fonte, aveva fatto sapere che la telefonata in realtà era autentica. Insomma, le condizioni di Sergej Skripal sarebbero finalmente stabili e, pur se ancora serie, non sarebbero più così critiche da far correre pericoli per la sua vita. Una situazione che riapre prepotentemente un fronte d'indagine che sembrava precluso: quello di poter ascoltare, anche se non subito, la versione dei protagonisti, loro malgrado, di questa vicenda, nel frattempo esplosa come enorme caso diplomatico.

Le indagini sul gas

Il letale effetto del gas, il Novichok, a quanto pare non avrebbe sortito fino in fondo gli effetti che le autorità del Regno Unito, inizialmente, si erano aspettate: già all'indomani dell'avvelenamento, infatti, le possibilità di sopravvivenza dei due Skripal erano state date molto basse. Nelle ultime ore, dalla Russia è stata persino contestata la produzione del gas nei laboratori locali, con Putin a sostenere che almeno 20 Paesi potrebbero averlo prodotto. Il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, ha parlato anche della struttura di Saratov dove la Gran Bretagna avrebbe individuato una struttura dove il gas sarebbe stato prodotto: “Se loro solo il mese scorso o solo ieri hanno scoperto una certa struttura a Saratov, ciò dimostra ancora una volta che stanno cercando in maniera febbrile e convulsa di trovare qualche nuova conferma alla loro posizione assolutamente indifendibile”.