Messico, identificato uno dei 43 studenti rapiti

Il mistero di Guerrero forse avrà una soluzione: la brutta vicenda messicana, che vede implicati narcotrtafficanti e autorità locali nel rapimento di 43 studenti, a settembre scorso. Le indagini, secondo le autorità del Paese, potrebbero essere a una svolta: sono stati identificati, infatti, i resti di uno dei ragazzi rapiti e gettati poi in una discarica, dopo essere stati sfregiati per evitare il riconoscimento.

Si tratta di Alexander Mora Venancio: è il primo dei 43 studenti messicani scomparsi e poi uccisi a Iguala, Stato di Guerrero, ad essere indentificato grazie all’esame del Dna. A diffondere la notizia è stato il padre della vittima, informato dai periti argentini che seguono il caso. Ma i parenti dei ragazzi non si accontentano di questo primo risultato: “Ora vogliamo sapere che fine hanno fatto gli altri 42”, hanno detto alla stampa.

L’ipotesi è che gli studenti siano stati massacrati da polizia e narcos legati all’allora sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e a sua moglie Maria de Los Angeles Pineda, sorella di tre trafficanti molto noti: la coppia temeva che l’arrivo in città degli studenti disturbasse un evento pubblico promosso dallo stesso Pineda.

Il sindaco Abarca e la moglie, latitanti per un breve periodo, sono stati arrestati perchè accusati di essere i mandanti della strage. Dal racconto di tre membri della banda messicana che li ha rapiti, emerge che la polizia abbia ucciso alcuni degli studenti e abbia poi consegnato loro gli altri. I tre hanno anche mostrato agli inquirenti alcuni resti umani carbonizzati lungo un fiume vicino al luogo dove sono stati visti per l’ultima volta: quelli di Alexander Mora sono stati trovati in una discarica. La vicenda, che ha sconvolto il Messico, sta facendo tremare il governo federale e in particolare il suo presidente, Enrique Pena Nieto, che rischia seriamente di doversi dimettere.