Merkel a Tunisi: siglato nuovo patto per la gestione dei flussi migratori

Nel giorno della visita di Angela Merkel a Tunisi, Germania e Tunisia hanno annunciato la firma di un nuovo accordo riguardante i flussi migratori. “L’intesa siglata soddisfa sia la Tunisia che la Germania” ha affermato il presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi, in conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca al Palazzo di Cartagine. Il patto prevede tra l’altro il rimpatrio di circa 1500 tunisini irregolari presenti in Germania. La Germania fornirà aiuti allo sviluppo alla Tunisia per 250 milioni di euro, ha detto la Merkel.

Essebsi ha definito “soddisfacente” l’accordo tra Tunisi e Berlino. L’intesa, che prevede degli aiuti finanziari per chi decide di rientrare in Tunisia, “non tocca la sovranità dei due paesi” ha detto, aggiungendo che “questo accordo somiglia a quello siglato con l’Italia“. Il presidente tunisino ha aggiunto ancora che la visita della Merkel segna un cambiamento di fondo nelle relazioni tra le due nazioni, un cambio che arriva a conclusione di un’importante collaborazione tra Germania e Tunisia. Essebsi ha poi evocato l’iniziativa diplomatica della Tunisia a proposito della soluzione della crisi libica, sottolineando come la stabilizzazione della regione avrebbe conseguenze positive per tutti.

In precedenza Merkel si era recata al Cairo per incontrare il presidente Al Sisi. L’Egitto, come la Tunisia, è stato individuato dalla Merkel come un potenziale candidato con cui impostare un accordo sui migranti simile – anche se non uguale – a quello raggiunto con la Turchia per tamponare la falla attraverso cui centinaia di migliaia di profughi cercano di raggiungere l’Europa puntando sull’ormai peraltro chiusa rotta balcanica. “Abbiamo qui un compito comune”: “migliorare il destino dei profughi”, aveva detto la cancelliera in una conferenza stampa congiunta con Sisi al termine di un colloquio. Merkel si è riferita al sostegno tedesco sia al miglioramento delle condizioni di vita dei cinque milioni di migranti bloccati in Egitto, tra cui 500 mila siriani, sia al lavoro delle organizzazioni internazionali.