McGahn e quelle due richieste dalla Casa Bianca

Continua a scuotere l'opinione pubblica la posizione di Donald McGahn, avvocato ed ex consigliere legale di Donald Trump che, nell'ultimo mese, avrebbe ricevuto almeno due volte la richiesta della Casa Bianca di affermare, in modo pubblico, di non aver mai creduto che il presidente abbia tentato di ostruire la giustizia. nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte interferenze russe durante le presidenziali 2016. Una richiesta alla quale, secondo quanto rivelato dal New York Times, McGahn avrebbe posto un rifiuto. Come detto, in almeno un paio di circostanze dalla Casa Bianca sarebbe arrivata una simile richiesta, la prima volta inoltrata all'avvocato di McGahn, William Burck, prima della divulgazione pubblica del rapporto Mueller ma dopo che il dipartimento di giustizia ne fornì una copia ai legali del presidente.

La richiesta

Ora, il 21 maggio prossimo McGahn dovrebbe comparire davanti alla Camera, dalla quale è stato formalmente chiamato a testimoniare ma, al momento, non è chiaro se la direttiva arrivata dalla Casa Bianca valga anche per la sua eventuale presenza davanti ai Rappresentanti. Di certo, le pressioni miravano a far sì che McGahn non consegnasse i documenti richiesti dalla Camera: sembra, peraltro, che la riluttanza del legale nel sostenere la versione della non ostruzione della giustizia da parte del presidente abbia fatto arrabbiare quest'ultimo, convinto che la posizione di McGahn fosse di ostilità nei suoi confronti. E' vero, però, che il legale di questi, William Burck, in merito alla richiesta pervenuta a lui personalmente, ha sempre sostenuto come questa nona sia mai stata percepita come una minaccia o un'intimazione, quanto più “una richiesta, fatta professionalmente e cordialmente”.

L'opposizione di Trump

In seguito alla divulgazione del dossier, pare che McGahn abbia addirittura manifestato il proprio sostegno al presidente, ricevendo da Trump un commento sarcastico sul fatto che abbia parlato con gli inquirenti solo “per farsi bello”. D'altronde, proprio alla luce dei colloqui già intercorsi con Mueller “per più di 30 ore di testimonianza”, il presidente degli Stati Uniti era stato nei giorni scorsi categorico sull'eventualità di far testimoniare l'ex consigliere legale al Congresso, sostenendo che questa audizione avrebbe contribuito a sollevare ulteriori complicazioni, inquadrando il tutto in una strategia democratica del dopo-divulgazione.