May ottimista, i leader Ue frenano: “Sta a lei fare passi avanti”

Theresa May si è detta “ottimista” sul raggiungimento di “un buon accordo” sulla Brexit “e anche gli altri leader credono che sia raggiungibile”, anche se “c’è ancora strada da fare“. Rispondendo a una domanda in conferenza stampa al vertice europeo, May ha anche sottolineato che sarebbe “irresponsabile non guardare all’eventualità di cosa succederebbe senza un accordo“, ribadendo tuttavia il suo ottimismo.

May ha spiegato che i due team negoziali sono “a distanza di contatto” sui temi sul tavolo, in primis il nodo dei diritti dei cittadini: “Condividiamo lo stesso obiettivo di tutelarli”, ha detto. Sull’Irlanda del Nord “l’accordo di Belfast dev’essere al cuore del nostro approccio” e “non ci dovranno essere barriere fisiche alla frontiera“. Sul tema della compensazione finanziaria, ha infine ribadito la volontà britannica di ottemperare ai suoi obblighi, ma ancora senza fornire cifre. “Lavoriamo punto per punto“, ha sottolineato.

A frenare l’ottimismo britannico sono però i rappresentanti di Francia e ItaliaEmmanuel Macron ha spiegato che il passaggio alla fase due dei negoziati è “nelle mani di May”.  Sul fronte finanziario “non siamo neanche a metà del cammino” e il vero problema, per la premier di Sua Maestà, è che “chi ha voluto la Brexit non ha mai spiegato ai cittadini quali sarebbero state le conseguenze“. 

Paolo Gentiloni ha avvertito che la fase due scatterà “solo e se si faranno significativi progressi” sulle tre precondizioni poste dalla Ue, ovvero la frontiera irlandese, i diritti dei residenti Ue nel Regno Unito e l’accordo finanziario. La decisione, ha aggiunto, sarà presa al vertice di dicembre, “ci sarà un passaggio rilevante: o i risultati saranno acquisiti, o non saranno stati raggiunti e quindi bisognerà trarne qualche conseguenza“.

I 27 hanno, in ogni caso, dato l’ok all’inizio dei preparativi interni per i negoziati sulle future relazioni tra Ue e Gran Bretagna. Lo ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. L’obiettivo è infatti arrivare pronti al momento in cui verrà decretato un “progresso sufficiente” sulla fase uno. Sul fronte dei diritti dei cittadini, si legge nelle conclusioni, c’è stato “progresso” e i 27 invitano il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, a “costruire a partire dalla convergenza raggiunta” in modo da assicurare ai cittadini e alle loro famiglie le garanzie necessarie, procedure amministrative semplici e il ruolo della Corte di giustizia Ue.

Per quanto riguarda l’Irlanda, c’è invece stato “qualche progresso” sulla convergenza dei principi da seguire per proteggere l’Accordo del Venerdì Santo, per cui i 27 invitano Londra a “soluzioni flessibili e ingegnose“. Sul conto del divorzio, invece, Londra “non ha ancora tradotto in un impegno fermo e concreto” le sue affermazioni. Di conseguenza, i 27 chiedono di continuare a lavorare “in modo da essere in grado di passare alla seconda fase dei negoziati il prima possibile”.