Macron: “Attacco chimico provato”

ADouma sono state usate armi chimiche”. Lo ha ribadito il presidente francese, Emmanuel Macron, il quale ha parlato anche di prove inconfutabili a sostegno di tale ipotesi: “Ci sono decisioni che prenderemo quando lo riterremo più utile ed efficace”, ha spiegato in un'intervista a Tf1. Il capo dell'Eliseo ha specificato che l'intento della Francia è togliere al regime di Damasco la possibilità di utilizzare armi di questo tipo, per far sì che “mai più si debbano vedere le immagini atroci viste in questi giorni, di bambini e donne che stanno morendo”, non mancando di precisare che il suo Paese “in nessun caso provocherà un’escalation che possa minacciare la stabilità della regione”. Una visione, quella di Macron, che rispecchia in buona parte il sentimento comune dei leader occidentali anche se, al momento, non tutti tendono a sbilanciarsi su una possibile offensiva in terra siriana: durezza e rigidità nel rispondere ad Assad senza suscitare violenza. Lo ha ribadito anche il presidente Donald Trump, a dispetto dei movimenti di navi e aerei militari delle scorse ore: “Avremo un incontro oggi sulla Siria, una decisione sarà presa abbastanza presto”. Il che significa che la possibilità di un attacco resta viva anche se, poche ore prima, lo stesso Tycoon aveva precisato di non aver “mai detto quando avrebbe avuto luogo un attacco alla Siria. Potrebbe essere molto presto oppure no”.

Gentiloni: “Non parteciperemo ad azioni militari”

La situazione, a ogni modo, resta tesa: con il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti che si riunisce vagliando “diverse opzioni sul tavolo”, qualche leader europeo cerca di mantenere toni bassi o, quantomeno, ancora distanti dal contesto bellico. Tra questi il premier italiano, Paolo Gentiloni il quale, al termine del colloquio con i ministri degli Esteri e della Difesa a Palazzo Chigi, ha dichiarato che “l'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria”, sottolineando che “una soluzione stabile e duratura per il Paese potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite, a Staffan de Mistura e ai tavoli negoziali perchè non si perda la speranza”. Nessun intervento militare dunque, anche se l'Italia proseguirà nel suo sostegno logistico alle forze alleate, secondo quanto previsto da accordi bilaterali internazionali.

Oriente in fermento

Nel frattempo, al termine delle consultazioni a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell'Onu, l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha spiegato che “la situazione è preoccupante” ma che “la priorità immediata in Siria è evitare il pericolo di un conflitto. Non possiamo escludere nessuna possibilità visti i messaggi particolarmente bellicosi di Washington”. Spie d'allarme accese anche in Medio Oriente, con il presidente siriano, Bashar al-Assad, ad avvertire che “un’azione occidentale destabilizzerà ulteriormente la regione”. Recep Teyyip Erdogan, preoccupato dalla possibile escalation siriana, ha chiamato telefonicamente Donald Trump annunciando di fare lo stesso anche con Vladimir Putin. L'obiettivo: “Discutere di come fermare questi massacri con armi chimiche”. .