L'urlo della giovane Algeri

Èstato il diciannovesimo martedì consecutivo in cui i giovani, in maggioranza studenti, sono scesi per le strade e nelle piazze di Algeri a chiedere la fine del “vecchio sistema” e reclamare, così, l'istituzione di un nuovo governo di unità nazionale. Ultimamente, la voce del dissenso nelle ultime proteste s'è focalizzata su Mouad Bouchareb, il presidente dell'Assemblea popolare nazionale – vale a dire la Camera bassa – ritenuto parte del vecchio establishment insieme a due personaggi-chiave: il premier Noureddine Bedoui e il presidente ad interim Abdelkader Bensalah. Durante la manifestazione, gli studenti hanno espresso il loro sostegno ai detenuti politici, tra cui il veterano della guerra di liberazione nazionale, Lakhdar Bouregaa, l'ottantaseienne accusato di aver sventolato la bandiera berbera durante le manifestazioni di venerdì 28 giugno. In quella stessa giornata, anche sedici giovani vennero arrestati per aver sventolato la medesima berbera. Per il capo di Stato maggiore e viceministro della Difesa, Ahmed Gaid Salah, il simbolo è da vietarsi in ogni manifestazione.

Proteste a catena

Non solo venerdì. Da qualche mese, gli studenti algerini manifestano nella capitale e in altre città del Paese, secondo quando riferito delle emittenti locali. Tutti i martedì, la gioventù algerina esprime il suo dissenso nei confronti del governo costituitosi dopo le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika, il 2 aprile scorso. Durante le marce, i manifestanti hanno colto l'occasione per ribadire il loro sostegno alle persone arrestate, chiedendone il repentino rilascio. Soltanto quattro giorni fa, alcuni manifestanti, tra cui una donna, sono stati arrestati con l'accusa di “minare l'unità nazionale” ai sensi dell'articolo 79 del codice penale. Tra i manifestanti arrestati, anche un militante del partito Raggruppamento per la Cultura e la Democrazia e un attivista. Dietro le manifestazioni di dissenso dei giovani, che rappresentano il 60% della popolazione del Paese, si cela il malcontento verso un governo retto da membri “anziani”, per loro protagonisti di una fitta rete di corruzione. Alzando la voce, i giovani sperano di poterla smantellare una volta per tutte.