L’opposizione non piace a Putin: ancora manette per chi sfida il Cremlino

Ufficiale la condanna per Alexey Navalny, che dovrà scontare 15 giorni di prigione perché accusato di aver distribuito volantini violando le restrizioni sull’organizzazione di manifestazioni. I volantini di Navalny, infatti, contenevano un invito a partecipare alla grande marcia “di primavera” contro il Cremlino del prossimo primo marzo. La pena, tra le altre cose, non consentirà all’attivista tra i principali oppositori del Presidente russo, di partecipare alla protesta.

Il leader del fronte anti-Putin ha promesso di portare in piazza 100.000 persone contro la politica economica del capo di Mosca, accusato di aver peggiorato le condizioni di vita dei russi. Nonostante la sua assenza, l’attivista, che ieri ha lasciato il palazzo di giustizia in una macchina della polizia e indossando le manette, attraverso il suo blog ha esortato tutti i suoi seguaci a partecipare alla manifestazione contro le politiche del Presidente Putin.

L’avvocato Alexei Navalny ha 38 anni, è già noto alla legge e al grande pubblico, è stato infatti arrestato più volte. Nel 2013, condannato per appropriazione indebita a cinque anni di carcere, venne poi rilasciato dopo un solo giorno, ma messo agli arresti domiciliari con l’assoluto divieto di comunicare con l’esterno. Nello stesso anno si era candidato a sindaco di Mosca, sfidando il candidato di Putin e ottenendo il 27 per cento dei voti e accusò gli avversari di brogli. Navalny è stato poi condannato a tre anni e mezzo di carcere con la condizionale con l’accusa di aver rubato 30 milioni di rubli da due società; per le stesse accuse anche suo fratello Oleg è stato condannato a tre anni e mezzo ma senza sospensione condizionale della pena, quindi sarà incarcerato. I Navalny si dicono innocenti e dicono che le accuse sono state fabbricate a tavolino dal governo russo per impedire loro di fare politica.

Che a Putin non piace avere chi lo contraddice o non vede di buon occhio l’ opposizione non è una novità, infatti nell’ultimo mese sono state 4 le persone arrestate per alto tradimento.  Ma il caso che ha fatto più scalpore è quello della mamma di 7 figli Svetlana Davydova, arrestata per aver chiamato nell’aprile del 2014, l’ambasciata di Kiev a Mosca, avvertendo presunti movimenti di truppe russe verso l’Ucraina, dopo aver visto svuotarsi la caserma della sua città. A