L’Onu vota sulla Risoluzione delle Colonie, Netanyahu invoca il veto Usa

“Gli Stati Uniti dovrebbero porre il veto sulla Risoluzione anti israeliana in discussione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Lo ha scritto in un tweet, il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi alla mossa egiziana che ha presentato ieri sera una Risoluzione al Consiglio per mettere fine “alle colonie ebraiche in Cisgiordania e a Gerusalemme Est“.

Il provvedimento – che sarà votato dal Palazzo di Vetro a New York – stabilisce che le colonie “non hanno validità legale” e che Israele deve fermare del tutto la loro costruzione. L’iniziativa sembra aver preso alla sprovvista sia gli Usa sia Israele sia altri membri del Consiglio. Erano invece attese – secondo i media – una possibile mossa di Washington per una Risoluzione contro gli insediamenti prima che il presidente Barack Obama lasci il testimone a Donald Trump ed un’analoga avanzata invece dai Palestinesi.

Tel Aviv guarda con speranza alla nuova amministrazione americana, visto che i rapporti con Obama non sono mai stati idilliaci. E’ stata accolta con favore la nomina dell’avvocato David Friedman come nuovo ambasciatore Usa in Israele. Scelta a cui seguirà, nelle intenzioni di Trump, lo spostamento della rappresentanza diplomatica americana da Tel Aviv a Gerusalemme, che lo Stato ebraico considera la sua “capitale storica” ma è contesa anche dagli arabi.

Il New York Times è stato molto critico sulla scelta di Friedmann. Se si guarda, infatti, al contesto in cui andrà a operare l’avvocato rappresenta l’ennesimo “falcò scelto dal presidente eletto, essendosi più volte espresso contro la soluzione dei due Stati”. In un’intervista a al quotidiano israeliano Haaretz della scorsa estate – ha ricordato a sua volta il Washington Post – Friedman veva detto di considerare legali gli insediamenti israeliani in Cisgiordania – considerati illegittimi da ogni amministrazione alla Casa Bianca dal 1967 – ed ha indicato che Trump sosterrebbe l’annessione israeliana di parti della Cisgiordania.

Per le sue visioni filo israeliane l’elezione di Trump era stata accolta con favore dai partiti della destra ebraica. Il ministro dell’Educazione, Naftali Bennet aveva parlato di “fine dell’era dello Stato palestinese”. La vittoria di Trump, aveva proseguito, “è una formidabile occasione di Israele per annunciare l’immediata revoca del concetto di uno Stato palestinese nel cuore della nostra terra, che va direttamente contro la nostra sicurezza contro la giustezza della nostra causa”.