L'Onu media, accordo sul cessate il fuoco

Dopo una giornata di intensi e violenti scontri nella zona di Tripoli, la mediazione delle Nazioni Unite ha permesso di ottenere un primo accordo per il cessate il fuoco, siglato dal governo di accordo nazionale e le milizie riunite attorno alla capitale che, da un paio di giorni, stanno assediando la città. L'accordo, raggiunto durante l'incontro fra i rappresentanti dei vari gruppi mediati dall'inviato dell'Onu, Ghassan Salamé, prevede la riapertura dell'aeroporto di Mitiga, la protezione dei civili e la garanzia che le proprietà pubbliche e private non verranno violate. Un vertice decisivo e seguito con partecipazione dalle Nazioni Unite che, attraverso una serie di tweet, hanno informato man mano su quanto accadeva.

Accordo urgente

In uno dei tweet apparsi durante il vertice, l'Onu ha spiegato che l'intesa di oggi “non punta a risolvere tutti i problemi della sicurezza della capitale della Libia: cerca un accordo quadro sul modo di iniziare ad affrontare tali questioni”. Il che, in sostanza, significa che la deposizione momentanea delle armi servirà a creare i presupposti per un dialogo che, necessariamente, richiederà una presenza più marcata della Comunità internazionale, Unione europea in primis, considerando che gli scontri alle porte di Tripoli hanno provocato una prevedibile accelerazione anche nei disagi per i migranti (solo oggi, secondo i media locali, 500 persone hanno lasciato un campo di detenzione, lasciandosi la capitale alle spalle).

Giornata di scontri

Prima dell'intesa raggiunta con la mediazione di Salamé, sulla via dell'aeroporto erano andati in scena numerosi scontri fra le varie milizie e “le ambulanze non sono riuscite a recarvisi malgrado le richieste di aiuto degli abitanti”, come scritto dal sito Alwasat citando il portavoce della Protezione civile libica, Osama Ali. Una giornata complicata anche da un incendio divampato nell'ambasciata americana, come riferito dallo stesso Ali ad Alwasat. Un rogo le cui cause sono “finora sconosciute”.