L’ombra del nucleare di Kim Jong-un minaccia gli Stati Uniti

Sessant’anni fa si chiudeva con un armistizio la guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud e da allora il clima di tensioni non è mai terminato. I rapporti tra Seul e Washington non sono mai piaciuti al dittatore nordcoreano Kim Jong-un e sono sfociati nella minaccia di una guerra nucleare alla notizia delle esercitazioni militari congiunte tra Seul e Washington, via mare, cielo e terra. Le tensioni tra il Paese asiatico e la comunità internazionale si erano inasprite nuovamente dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva varato un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti di Pyongyang in risposta al terzo test atomico condotto il 12 febbraio del 2013. E il crescendo ha rasentato il peggio proprio lo scorso anno.

Il dittatore Kim Jong-un, se da un lato ha sempre paventato le sue minacce, dall’altro ultimamente ha strizzato l’occhio a Seul, attuando una serie di manovre politiche favorevoli ai sudcoreani. Una boccata d’ossigeno durata troppo poco. Oggi,Seul riferisce la notizia nel cosiddetto “libro bianco”, il documento di presentazione annuale, redatto a firma del ministero della Difesa sotto la presidenza sudcoreana di Park Geun-Hye.

“Pyongyang ha raggiunto un livello significativo nelle tecnologie sulla miniaturizzazione delle testate nucleari” – si legge nel rapporto – al fine di poterle adattare ai suoi missili,capaci di raggiungere anche gli Stati Uniti. Una guerra nucleare coinvolgerebbe non solo il triangolo Corea del Nord, Corea del Sud e Usa ma anche la Cina. Secondo l’agenzia Yonhap, sarebbero 40 chili di plutonio “ad uso militare”, a disposizione della Corea del Nord con possibilità di lavorare anche al “programma sull’uranio altamente arricchito”. Si attendono al più presto “relazioni” distensive al fine di scongiurare una guerra nucleare.