L'Isis rivendica: “Saipov un nostro soldato”

Un soldato del Califfato: così è stato definito Sayfullo Saipov, l'attentatore di New York, sul giornale Al-Naba dove hanno trovato posto le parole degli epsonenti dell'Isis. Lo stragista di Manhattan, responsabile dell'attacco a bordo di un pick-up che ha spezzato la vita di 8 ciclisti nei pressi di Chambers Street, si era già nei giorni scorsi definito un radicalizzato a distanza, nonché istruito all'azione dai reclutatori Daesh attraverso il web. Oggi, a 72 ore di distanza dall'eccidio, il sedicente Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell'attentato e annoverato il 29enne uzbeko nella schiera dei suoi affiliati: “Uno dei soldati dello Stato Islamico in America ha attaccato martedì dei crociati in una strada di New York, vicino al monumento dedicato a quanti persero la vita nell’incursione dell’11 settembre”. Lui, dal canto suo, continua a mostrarsi in tutto il suo fanatismo dal letto di ospedale, arrivando addirittura a richiedere una bandiera del Califfato da porre di fianco al suo letto.

Reclutamento web

Con la rivendicazione dell'Isis, torna a prendere quota l'ipotesi di un'azione coordinata da parte dell'attentatore. Secondo quanto emerso dalle indagini, Saipov avrebbe pianificato l'attacco di Manhattan per oltre un anno, seguendo le istruzioni online dei reclutatori e dimostrandosi in tutto e per tutto uno dei cosiddetti 'lupi solitari', i miliziani arruolati e plagiati a distanza da Daesh. Un percorso non dissimile da quello che ha portato all'azione gli stragisti di Nizza, Londra e Stoccolma. Stando alla versione fornita agli inquirenti, il terrorista si sarebbe avvalso dei filmati messi sul web dai jihadisti ma, nonostante questo, non è stata fornita alcuna prova che gli esponenti Daesh fossero realmente al corrente dell'attacco prima della sua messa in atto.

Halloween, scelta consapevole

Gli investigatori, nel frattempo, proseguono il loro lavoro per ricostruire i passaggi che hanno portato Saipov all'organizzazione dell'attentato. Dalle indagini è emerso che l'uzbeko era stato da poco assunto dalla società Uber e che aveva effettuato finora 1400 corse. Consapevole, secondo le Forze dell'ordine, anche la scelta del giorno di Halloween: Saipov, al lavoro da un anno nella pianificazione della strage, avrebbe deciso due mesi fa di mettere in atto il suo progetto omicida, scegliendo il 31 ottobre poiché in strada avrebbe trovato più gente. l'Fbi ha individuato e sta interrogando un secondo sospetto: si tratta di un altro cittadino uzbeko, Mukhammadzoir Kadirov. L'uomo, di 32 anni, potrebbe però non avere alcuna connessione con quanto ordito da Saipov per il quale, nella giornata di ieri, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva invocato la pena di morte.