L’ISIS E IL RECLUTAMENTO ON-LINE: 8 TERRORISTI SU 10 ADESCATI SUI SOCIAL

Lo Stato Islamico si sa, è sempre più organizzato e la sua strategia mediatica fa di internet una delle più potenti armi per la propaganda della jihad e la diffusione del terrore. Uno degli ultimi rapporti dell’Osservatorio delle fatwa takfiriste e delle opinioni estremiste, rivela che l’80% dei terroristi sono stati raggiunti attraverso i social network.

I siti web ascrivibili a queste organizzazioni sono saliti dai 12 mila del 1997 ai 150 mila del 2015, segnalando così la radicale crescita del terrorismo elettronico, una delle principale cause di divulgazione della violenza e dell’estremismo. Dal rapporto emerge con chiarezza che uno dei motivi che rendono la rete così desiderabile è il fatto che permette un “reclutamento a basso costo”.

Twitter è tra le piattaforme maggiormente utilizzate, per la sua capacità e rapidità di aggregazione in occasione di grandi eventi come le operazioni terroristiche. Facebook è più adatto al reclutamento di nuovi seguaci e alla diffusione di idee e Youtube è considerata una vera e propria piazza virtuale, nella quale è possibile promuovere video di addestramento ma anche filmati che rafforzino l’identità estremista dei terroristi e soprattutto che possano essere visti da tutti.

L’Osservatorio fa quindi appello a “creare un ente nazionale che si occupi di lotta al terrorismo via web e che sia dotato di ampi poteri per perseguire questi siti e chi vi è legato”, contrastando inoltre la loro azione con “altri siti che diffondano l’ideologia ortodossa”. Non mancano consigli per gli ulema e le istituzioni religiose alle quali viene chiesto di prendere le distanze da questi messaggi, svelandone gli errori dottrinali su cui si poggiano. Ai media viene ricordato che non basta coprire i fatti vietando la divulgazione dei filmati, ma è necessario anche fare una vera e propria controinformazione sull’uso del web da parte dei terroristi.