Lifeline: “A bordo non carne ma esseri umani”

A bordo non abbiamo carne ma esseri umani”. Così la ong tedesca Lifeline ha risposto su Twitter a Matteo Salvini, invitandolo “cordialmente” a convincersi “che sono persone che abbiamo salvato dall'annegamento. Vieni qui, sei il benvenuto”. 

In attesa di un porto

L'imbarcazione si trova ancora in acque maltesi con a bordo 239 migranti. E' impegnata in operazioni di ricerca e soccorso ed è in attesa di conoscere il “porto sicuro” nel quale approdare. Al largo di Pozzallo è sempre ferma la nave cargo commerciale “Alexander Maersk“, battente bandiera danese, che ha soccorso oltre 100 persone. 

“Egoisti ma soli”

Dopo lo scambio di frecciate tra Macron e Salvini, oggi a parlare dell'emergenza migranti è stato il neo premier spagnolo, Pedro Sanchez. “Ci sono governi come quello italiano che stanno facendo politiche anti-europee e dove l'egoismo nazionale è più diffuso” ha detto in un'intervista a El Pais. Per ammorbidire la critica a Roma, Sanchez ha aggiunto che “questo ha anche a che fare con la mancanza di solidarietà dimostrata in precedenza dall'Ue nei riguardi di un Paese che ospita già mezzo milione di esseri umani provenienti dalle coste libiche”. Riguardo la creazione di centri di sbarco fuori dai confini dell'Unione sia una soluzione: “Devo prima conoscere più in dettaglio la proposta che ci faranno. Non mi pare una soluzione che siano i Paesi di frontiera (dell'Ue) a doversene prendere carico da soli.

Eurofobia

Contro l'eurofobia Sanchez ha affermato: “E' la principale sfida dell'Ue. Vogliamo incorporare altri Paesi che sono anche europeisti. Vogliamo rinforzare l'asse Madrid-Parigi-Berlino. Se si analizza la prospettiva storica, ogni volta che Francia, Germania e Spagna sono andate di pari passo, l'Ue ha fatto bene. Vorrei anche incorporare a Lisbona. Penso che la prospettiva iberica ci si adatti molto bene e, inoltre, con un governo socialista amichevole come quello di Antonio Costa“. Quanto alla domanda sulla nuova crisi della Lifeline che segue quella dell'Aquarius, e sull'ipotesi che la Spagna accolga più migranti il premier socialista ha risposto: “Noi non saremo insensibili a queste tragedie umanitarie, ma è evidente che la Spagna non può rispondere da sola”. Per Sanchez, “bisogna fare fronte a questa crisi col concerto europeo. Non si possono dare risposte unilaterali. Noi con l'Aquarius abbiamo risposto a una chiamata alla solidarietà. Ma una cosa è una crisi umanitaria, altra cosa è la politica nei confronti dei migranti. Perché la politica migratoria ha bisogno invece di una risposta comune, europea“.