LIBIA, TRIPOLI TENTA UN COORDINAMENTO DELLE FORZE ANTI DAESH

Il governo unitario di Tripoli sta tentando di unificare le milizie presenti nelle diverse zone della Libia per gestire al meglio i conflitti in corso a Sirte contro lo Stato islamico e ad Agedabia con le milizie islamiste in ritirata da Bengasi, inseguite a loro volta dall’Esercito libico del generale Khalifa Haftar. Di questo ha discusso il Consiglio di presidenza libico a Tripoli e in particolare della situazione sui fronti di battaglia. Secondo una fonte presente al vertice, citata dal sito web libico “al Wasat”, la riunione era presieduta dal vicepresidente del Consiglio, Musa al Kuni, alla presenza del ministro della Difesa, colonnello al Mahdi al Baraghuti, e del presidente della commissione sicurezza, Abdel Rahman al Tawil, insieme ai capi delle varie operazioni in corso e in particolare di quella denominata “al Bunian al Marsus” (Edificio stabile) contro lo Stato islamico nell’area di Sirte. Si è trattato di una riunione molto lunga che ha visto la partecipazione anche degli altri membri del Consiglio di presidenza, da Ahmed Maiteeq (che cura i rapporti con Roma) ad Abdel Salam Kajman fino a Ahmed Hamza.

I presenti si sono scambiati informazioni e particolari sui successi ottenuti a Sirte, mentre in molti hanno affermato che a breve dovrebbe essere lanciata l’offensiva finale contro i jihadisti ancora asserragliati in città. Finora si sono registrati progressi strategici utili a circondare le forze dello Stato islamico. I partecipanti alla riunione hanno anche affermato che si registrano progressi su tutti i fronti aperti, mentre una dopo l’altra vengono messe in sicurezza le zone controllate dalle forze fedeli a Tripoli. Allo Stato islamico resta solo il controllo di alcuni edifici residenziali di Sirte, del palazzo dell’università e del centro congressi Ouagadougou, usato come sede principale del gruppo. A ostacolare l’offensiva finale è la presenza di civili in questi edifici che verrebbero usati come scudi umani. Al termine della riunione, tutti erano d’accordo circa la necessità di unire le cabine di regia militari e le forze in campo sotto un unico comando nazionale.

Al termine del vertice, il ministero della Difesa del governo di accordo nazionale di Tripoli ha affidato alle Guardia petrolifera il compito di difendere la sicurezza della città di Agedabia, in Cirenaica, in coordinamento con le milizie locali. Secondo quanto si legge in una nota diffusa sul profilo Facebook di al Baraghuti, il dicastero ha condannato l’attacco aereo condotto nei giorni scorsi contro la caserma al Sham, che si trova ad ovest della città e che appartiene alle guardie petrolifere. “In verità si tratta di azioni criminali – si legge – non giustificate e rappresentano un’aggressione ad una forza militare legittima che fa capo al governo”. Aerei da guerra hanno colpito il 20 giugno una base per l’addestramento della Guardia petrolifera a 10 chilometri da Agedabia lungo la strada che porta a Brega con un raid che non ha provocato vittime. A colpire sono stati Mig 21 dell’aviazione del generale Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito libico attivo nella Cirenaica, in un’area piuttosto lontana dalle postazioni delle cosiddette Brigate di Difesa di Bengasi (Saraia Difaa an Bengasi) che si trovano a sud di Agedabia.