Libano: arrestate moglie e figlia di al-Baghadi, leader dell’Isis

Una delle mogli di Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’autoproclamato Stato Islamico, è stata arrestata dall’esercito libanese al confine con la Siria, mentre cercava di attraversare la frontiera munita di documenti falsi. Con lei, ci sarebbe una delle figlie, una bambina di 8-9 anni, la cui identità non è stata ancora accertata.

Si tratta della siriana Saja al-Dulaimi, seconda moglie del leader jihadista, dato per ferito o morto nei giorni scorsi da voci poi smentite: al momento del fermo aveva con sé un passaporto falso libanese. Secondo il quotidiano As Safir, l’arresto, condotto dalle forze di sicurezza del Libano ad Arsal, “in coordinamento con servizi segreti stranieri”, è avvenuto dieci giorni: la donna è stata interrogata dalla polizia e dal procuratore militare del Paese, Saqr Saqr. Nell’operazione, riferiscono fonti locali, sarebbe stata arrestata anche la moglie di Anas Shirkas, combattente di spicco del fronte al-Nusra.

Il giallo intorno alla morte del “califfo” dell’Isis si allarga dunque alla coniuge: indiscrezioni di stampa rivelate dall’agenzia Aki la identifica come una delle 150 donne rilasciate da Bashar al-Assad lo scorso marzo, in uno scambio di prigionieri con il fronte al-Nusra, braccio siriano dello Stato Islamico. In quell’occasione, il regime rilasciò alcuni militanti islamici in cambio di 13 suore rapite mesi prima nel villaggio di Maalula.

L’agenzia identificò dunque la donna, apparsa in un video al momento dello scambio, come la figlia di Ibrahim al-Dulaimi, autoproclamato emiro della Siria, ucciso dall’esercito di Assad nel settembre 2013, vicino Damasco. Una famiglia interamente votata alla guerra contro l’occidente: secondo la tv al-Arabya, infatti, la sorella di Saja al-Dulaimi, Duaa, avrebbe organizzato un attentato suicida a Erbil nei giorni scorsi.