L’Egitto è scosso dalle bombe. Al Cairo l’attentato più grave

L’Egitto trema, scosso da una serie di attentati. L’episodio più grave si è verificato al Cairo, dove  una bomba è esplosa a due passi dal ministero degli Esteri provocando la morte di due ufficiali di polizia e il ferimento di un civile e 5 agenti. Fonti della sicurezza hanno accusato dell’attacco i Fratelli Musulmani. Tra le vittime c’è infatti il tenente colonnello Mahmud Abu Serei, uno dei testimoni nel processo contro Mohamed Morsi per l’evasione dal carcere nel 2011. Nel procedimento sono 130 gli accusati, compresi diversi responsabili di Hamas e di Hezbollah. Questa tesi sembrerebbe essere confermata dalla rivendicazione, firmata Ajnad Misr (Soldati dell’Egitto). “Le operazioni di punizione e vendetta continueranno”, ha scritto il gruppo qaedista in un comunicato. Il riferimento è alla repressione dei movimenti pro-Morsi lo scorso anno, che il leader di al Qaida, l’egiziano Ayman al Zawahri, aveva giurato di “vendicare”.

Tuttavia la minaccia più diretta alla stabilità egiziana è arrivata dai jihadisti di Ansar beit al Maqdis, collegati con al Qaida e l’Isis. La bomba esplosa al Cairo ha destato grande stupore. La deflagrazione è avvenuta in una zona strategica, vicina non solo al ministero degli Esteri ma anche alla sede della Tv e della radio di Stato. A un centinaio di metri inizia, tra l’altro, il ponte 26 Luglio che conduce all’isola di Zamalek. Si tratta di una vera e propria enclave straniera nella capitale ed è sede di decine tra ambasciate e residenza diplomatiche. Poco prima del boato al Cairo un altro ordigno ha spezzato in due la linea ferroviaria che collega la capitale con Zagazig, nel Delta del Nilo, per fortuna senza causare vittime. Un’altra bomba è stata piazzata davanti a una caserma-dormitorio a Tanta, nell’Alto Egitto a sud della Capitale. Due ordigni, infine, sono stati disinnescati a un checkpoint e al consiglio municipale.