L'appello dei curdi: “L'Europa intervenga presto”

Quando oramai da quasi cinque giorni è iniziata l'operazione militare Frontiere di Pace messa in atto dalla Turchia, la comandante curda dell'Unità di protezione popolare delle donne dell'Ypg, Nessrin Abdalla, in un'intervista a La Stampa lancia un'appello all'Europa affinché intervenga presto per porre fine al conflitto. Abdalla ha affermato che l'esercito turco sta cercando di colpire le prigioni dove sono rinchiusi i prigionieri dell'Isis per liberarli. Secondo la comandante il Daesh non è finito, e questo, è un fatto che l'Occidente deve capire”. “Se succedeà ne subiremo tutti le conseguenze, non soltanto noi”. Turchia perché sanno benissimo che la Turcia è loro alleata”. La comandante nel suo appello all'Europa, chiede di intervenire presto, “ogni giorno che passa aumenta il pericolo. Una crescita esponenziale. Ricordatevi tutti che noi vi abbiamo liberato dallo Stato Islamico, ora dovete fare la vostra parte, prima che sia troppo tardi” Nell'intervista, la comandante lancia un'accusa agli Stati Uniti: “Ci avete traditi ritirando le vostre truppe. Non è il momento di riportare i vostri soldati a casa. Siamo un popolo pacifico, non siamo terroristi. Ripensateci”. Secondo Abdalla, la comunità internazionale dovrebbe pensare a “stabilire una nofly zone della regione, far applicare alla Turchia la legge della “non invasione”, prevedere sanzioni economiche contro Ankara

Germania: stop alla vendita delle armi alla Turchia

Nel frattempo, Berlino ha deciso di fermare la vendita delle armi alla Turchia. E' quanto ha annunciato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas alla Bild am Sonntag. Si tratta di una misura, ha spiegato, che intende colpire l'operazione militare avviata da Ankara nel nord est della Siria. Nel 2018, la Germania ha vendto alla Turchia armi per un totale di 240 milioni di euro. Considerando “l'offensiva militare turca nel nord est della Siria, il governo federale non concederà nuove autorizzazioni per tutti gli armamenti che potrebbero essere utilizzati dalla Turchia in Siria”, ha riferito il ministro, come riportato dal quotidiano tedesco BIld. Nei primi quattro mesi di quest'anno la Turchia ha ottenuto dalla Germania armi per 184,1 milioni di euro

Strage di civili

E mentre ancora continuano gli attacchi dell'esercito turco in Siria, la Mezzaluna Rossa curdo-siriana, in un comunicato diffuso dalla stessa organizzazione, ha affermato che nelle ultime 72 ore sono stati uccisi almeno 60 civili, tra cui 7 donne e sei minori. 

Putin: via tutte le truppe straniere dalla Siria

Tutte le truppe presenti “illegalmente” in Siria devono lasciare il Paese. E' quanto ha affermato, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Tass, il presidente russo, Vladimir Putin. “Se il futuro legittimo governo della Siria dovesse dire che non ha bisogno che le truppe russe siano presenti lì, questo riguarderebbe anche la Russia”, ha concluso. 

La Lega Araba: “La Turchia minaccia nostra sicurezza”

“Passi decisi” contro la Turchia per l'offensiva nel nord della Siria sono stati chiesti oggi dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, in una riunione d'urgenza della Lega Araba che si è svolta al Cairo, indetta su richiesta dell'Egitto. Shukri ha aggiunto che il governo di Ankara giustifica l'invasione con la lotta al terrorismo, ma in realtà “tutti sanno che è il regime turco a sostenere il terrorismo, se ne serve contro i Paesi della regione ed esporta numerosi terroristi verso i Paesi arabi”. Il ministro degli esteri egiziano ha anche affermato che l'attacco turco “minaccia la sicurezza nazionale araba” e rischia di “riaprire le prigioni” dove sono detenuti i membri dell'Isis. “L'aggressione turca alla Siria costituisce una minaccia diretta per la sicurezza nazionale araba, così come per la pace e la sicurezza internazionali“, si legge nel documento finale dei ministri degli esteri della Lega Araba. Nel documento si legge che l'attaco è “una violazione flagrante dei principi della Carta delle Nazioni Unite” contro la quale la Siria ha il diritto legittimo di difendersi con ogni mezzo.