L'ammiraglio Harris ambasciatore a Seul

Niente Australia per Harry Harris: l'ammiraglio della Marina statunitense, attualmente l'ufficiale più alto in grado fra coloro di stanza nel Pacifico (nonché il più anziano, con ben 39 anni di servizio), potrebbe diventere con tutta probabilità ambasciatore in Corea del Sud. Una mossa che, secondo quanto riferito dalla Cnn, porta la firma del nuovo segretario di Stato, Mike Pompeo, il quale sarebbe in attesa del via liber a del presidente Trump per dare il via all'operato diplomatico di Harris in terra coreana. Una scelta non casuale quella di Pompeo, propenso a dirottare una figura di primo piano come l'ammiraglio a Seul anche e soprattutto in vista dei colloqui che il Tycoon dovrebbe svolgere con il leader nordcoreano Kim Jong-un e, ancora prima, del faccia a faccia che questi terrà con il presidente sudcoreano, Moon Jae-in.

Ambasciate scoperte

A riprova di come qualcosa si stia muovendo rispetto alla prevista missione diplomatica australiana ampiamente prevista e programmata, la posticipazione dell'udienza (inizialmente fissata per martedì, ora se ne riparlerà a inizio maggio) che avrebbe dovuto confermare Harris all'ambasciata statunitense in Australia, alleato chiave degli Usa e, allo stesso modo della Corea del Sud, in attesa di ricevere un nuovo ambasciatore. Al momento, tuttavia, la Casa Bianca non ha risposto alle richieste di commento della Cnn e, almeno per ora, non è chiaro se effettivamente Harris verrà impegnato a Seul, anche considerando la partnership Usa-Australia nell'alleanza d'Intelligence “Five Eyes” (assieme a Canada, Regno Unito e Nuova Zelanda) che rende quella di Canberra un'ambasciata da coprire con una certa urgenza. Va detto, a tal proposito, che qualunque sarà la destinazione dell'ufficiale, una delle due importanti ambasciate resterà scoperta, caratteristica condivisa con almeno un'altra dozzina di presidi diplomatici in altrettante città strategiche.

Ottica coreana

Harris, da grande esperto della zona del Pacifico orientale (è nato a Yokosuka, da madre giapponese), sarebbe stato indicato come l'uomo ideale per rappresentare gli Stati Uniti in terra asiatica, anche in vista del doppio bilaterale inserito nell'agenda del maresciallo Kim ma, come detto, per ora tale prospettiva è tutt'altro che sicura: “Avere un candidato per la Corea del Sud penso sia incredibilmente importante – ha spiegato il senatore Robert Menendez, esponente democratico del Comitato per le relazioni estere del Senato – e dovrei sentire le opinioni dell'ammiraglio sull'intera sfida della penisola coreana e sulla denuclearizzazione”. In passato, il parere di Harris in proposito era stato in un certo senso profetico, avendo affermato che il successo nei test nucleari avrebbe messo Pyongyang in una posizione di forza (e di potenziale pericolo) sempre maggiore. Per quanto riguarda i possibili colloqui diplomatici fra Trump e Kim, l'ammiraglio ha spiegato come questi debbano essere guidati da “risolutezza sia pubblicamente che in privato”. Nelle prossime ore sono attese ulteriori conferme su quale sarà il futuro diplomatico di Harry Harris.