L'Aja: “Londra ceda il controllo delle Chagos”

Il Regno Unito deve cedere “il più rapidamente possibile” il controllo delle isole Chagos, un arcipelago nell'Oceano Indiano la cui sovranità è rivendicata anche dalle isole Mauritius e dove si trova un'importante base dell'aeronautica americana. Lo chiede la Corte internazionale di giustizia dell'Aja. 

Paradiso

Isole semisconosciute ma un vero e proprio paradiso terrestre, le Chagos, assieme ad altri piccoli arcipelaghi, dopo la decisione britannica di separare Mauritius dall'arcipelago nel 1965, formano il Territorio britannico dell'Oceano Indiano. La Gran Bretagna ha anche installato una base militare insieme agli Stati Uniti sull'isola principale, quella di Diego Garcia. Proprio per far posto a questa base, che da allora svolge un ruolo notevole nelle operazioni militari americane, Londra all'epoca espulse circa 2.000 “chaghiani” verso Mauritius e Seychelles. La Corte dell'Aja ritiene che questo distacco non fosse basato “sulla libera e genuina espressione della volontà delle persone interessate” e che il processo di decolonizzazione “non sia stato completato legalmente“.

La vicenda

Il parere della Corte dell'Aja non è vincolante ma ha un alto valore simbolico perché era stata l'Assemblea generale dell'Onu a chiedere una valutazione nello scontro tra Londra e Port Louis, che va avanti da oltre un cinquantennio. Per il governo di Londra, impegnato in un difficile negoziato di uscita dall'Unione Europea e che cerca un nuovo ruolo nel mondo per il dopo-Brexit, la polemica riapre una ferita sul tema del suo recente passato coloniale. Il governo di Londra separò le isole dalle Mauritius – che si trovano a circa 2.000 chilometri di distanza – tre anni prima che Port Louis ottenesse l'indipendenza nel 1968; e versò anche tre milioni di sterline agli isolani privandoli però del diritto di sbarco. Tra l'altro, all'epoca dell'espulsione forzata dell'intera popolazione locale, un diplomatico britannico in un cablogramma minimizzò sostenendo che erano “esseri umani simili a Tarzan o a Venerdi' dispersi su isole, che saranno fortunatamente condotti in salvo alle Mauritius”. Pur avendo chiesto scusa per il “vergognoso” modo in cui migliaia di isolani vennero deportati, Londra, che ha poi dichiarato la zona area marina protetta, ha sempre guardato con irritazione alla decisione di Mauritius di portare il caso prima all'Onu e poi dinanzi alla Corte europea di Giustizia. E insieme agli Stati Uniti, aveva chiesto che la Corte dell'Aja si dichiarasse incompetente nella contesa.