La vittoria dei contadini sulla multinazionale

La Pepsi fa marcia indietro sulla causa per violazione della proprietà intellettuale presentata nei confronti di 9 contadini della regione indiana del Gujarat. A pesare sulla decisione della multinazionale le numerose proteste sui social media e le feroci critiche da parte di alcuni partiti politici indiani che hanno portato le sedi di New York e Dubai a risolvere rapidamente la questione.

Il caso 

Nello specifico la causa riguardava la coltivazione, da parte dei 9 agricoltori, di alcune varietà di patate che la PepsiCo. usa per realizzare le Lay's Chips, vendute sul mercato indiano. Decisivo è stato anche l'intervento del governo del Gujarat che ha preso le difese dei contadini e assicurato alla multinazionale di svolgere un'attenta attività di controllo

L'intervento del governo

Nelle scorse ore la costola indiana dell'azienda di bevande gasate aveva già annunciato l'intenzione di ritirare la denuncia a seguito delle “discussioni con il governo“. Un portavoce della società aveva aggiunto in una dichiarazione inviata per posta elettronica: “Ci affidiamo a tali discussioni per trovare una soluzione amichevole a lungo termine sui problemi relativi alla protezione dei semi“.

Rischi per l'immagine

Lo scorso 29 aprile il quotidiano Economic Times aveva raccontato la preoccupazione per possibili ricadute sull'immagine aziendale sia della sede principale negli Stati Uniti che di quella di Dubai, che si occupa del mercato asiatico e del bacino del Pacifico. “Il quartier generale – aveva confidato un top manager – ha chiesto a PepsiCo India di risolvere il problema al più presto e di lavorare come una squadra”. 

Fenomeno social

Due giorni fa il vice governatore del Gujarat, Nitin Patel, aveva annunciato che l'esecutivo regionale stava lavorando a una soluzione extragiudiziale della vicenda.  A ciascun agricoltore PepsiCo aveva chiesto oltre 12mila euro di risarcimento danni. Più di 190 attivisti si sono mossi a loro difesa, chiedendo alla governance del sindacato di chiedere alla multinazionale di fare un passo indietro. Il caso giudiziario è diventato rapidamente un fenomeno social. Gli utenti Twitter raggiunti dal topic sono stati 14 milioni, capaci di sviluppare oltre 5mila conversazioni nelle cinque principali città del subcontinente: Mumbai, Delhi, Chennai, Pune e Bengaluru. L'hashtag #BoycottPepsi su Twitter ha raggiunto anch'esso 14 milioni di profili e generato 10.800 discussioni. Un altro hashtag #WeDontWantThisJunk ha raccolto ha convogliato 86mila persone.