La Tunisia celebra la “rivoluzione dei gelsomini”

Sette anni fa l'inizio della rivoluzione tunisina dava il la alle primavere dei popoli arabi, stagione controversa, accolta con molte speranze e risoltasi, nei fatti, con l'ascesa dei movimenti di matrice islamista e dello stesso Isis. La Tunisia a oggi è l'unico Stato nel quale si è arrivati a una transizione democratica. E, infatti, oggi il Paese del Nord Africa ha celebrato la ricorrenza con una cerimonia ufficiale alla presenza di autorità, sindacati e di un picchetto militare.

La rivolta

Il 17 dicembre 2010 il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si dava fuoco per protesta. Il suo gesto fece divampare la rivolta in tutto il Paese costringendo alla fuga un mese dopo l'allora presidente Ben Ali. Il successo della “rivoluzione dei gelsomini” contagiò poi gli altri paesi arabi. La città di Sidi Bouzid ospiterà una settimana di celebrazioni che terminerà il 24 dicembre con lo svolgimento di una mezza maratona internazionale e un concerto di Lotfi Bouchnak.

Disillusione

Ma a sette anni da quei convulsi giorni rimangono ancora disattese molte delle speranze dei giovani tunisini per un avvenire migliore, in particolare per quel che riguarda l'occupazione nelle regioni più povere. Lo ha ricordato il segretario generale dell'Ugtt (Unione generale dei lavoratori tunisini), Noureddine Taboubi, rimarcando che “in sette anni non è cambiato nulla e nessuna promessa è stata mantenuta”. “Tutti i governi che hanno visitato la regione non hanno fatto nulla per migliorare la situazione, rendendola anzi terreno fertile per terrorismo e delinquenza“, ha detto ancora Taboubi sottolineando “come i numerosi sit-in e manifestazioni di protesta testimoniano la rabbia e la disperazione dei giovani del luogo che non esitano ad emigrare clandestinamente rischiando la morte”. L'assenza del primo ministro, Youssef Chahed, pur invitato dagli organizzatori, e delle massime autorità dello Stato, alla cerimonia di ieri a Sidi Bouzid è stata oggetto di critiche, fischi e malumori da parte di un gruppo di disoccupati e dello stesso comitato organizzatore.