La spallata finale dei gilet gialli

Una giornata intensa e complicata, tra scontri e fumogeni, arresti e sequestri d'armi. Non è bastata l'intesa raggiunta sulla sospensione dell'ecotassa né alcuni giorni di tregua: i gilet gialli hanno dato l'ultimo colpo di spalla al governo Macron, dandosi appuntamento per la manifestazione conclusiva di due settimane di passione, a Parigi come in altre città della Francia. Nella capitale francese centinaia di dimostranti sono già in piazza, perquisiti dalle Forze dell'ordine e, in alcuni casi, tratti in arresto perché trovati in possesso di oggetti potenzialmente o dichiaratamente pericolosi, tra i quali molotov e martelli, come riferito dalla portavoce della Polizia Camille Chaize. Ma Parigi oggi è blindata: il corteo stavolta non riesce a mettere a ferro e fuoco la zona dell'Arco di Trionfo, dove gli agenti hanno filtrato migliaia di manifestanti prima del loro ingresso sugli Champs-Elysées.

La protesta

Al di là del monumento al milite ignoto, però, anche se non passa nulla di pericoloso passa tutto il resto: il risentimento verso il governo, gli slogan di protesta, striscioni e cori di dissenso. Gli stessi che hanno caratterizzato i giorni scorsi, in un clima che, però, al momento sembra più tranquillo (fatta eccezione per il lancio di qualche lacrimogeno), anche per via dell'ingente dispiegamento di uomini delle Forze dell'ordine: presidiata la grande avenue degli Champs-Elysées, poliziotti in tenuta antisommossa stazionano a Place de la Bastille (dove a ora si trova solo un gruppo di gilet gialli) e anche altre zone della città sono sotto l'occhio vigile degli agenti. Nella Rue Arsene Houssaye, nei pressi dell'avenue maggiore di Parigi, si sono registrati alcuni momenti di tensione, con la Polizia che ha utilizzato i lacrimogeni per sgonfiare un accenno di fermento da parte di un gruppo di dimostranti.

Parigi off-limits

La paura di una nuova insurrezione ha convinto l'esecutivo ad adottare misure preventive ingenti, con il dispiegamento di 89 mila agenti in tutta la Francia, 8 mila dei quali nella sola Parigi, coadiuvati da blindati della Gendarmérie per far fronte a evenutali disordini. Ad annunciare le misure anti-sommossa erano stati il premier Edouard Philippe e il ministro dell'Interno Christophe Castaner finiti, come tutto l'esecutivo, nel mirino dei dimostranti per l'arresto di 151 studenti di un istituto superiore, finito ben presto al centro delle cronache per le immagini che ritraggono i ragazzi ammanettati e inginocchiati. Un episodio che potrebbe costituire un ulteriore motivo di disordine in quella che è stata l'ennesima giornata di fuoco in Francia: 1385 arresti e una settantina di feriti.