La Grecia verso le elezioni anticipate: fallisce la terza votazione del Parlamento

Si apre ufficilamente il processo che porterà la Grecia alle elezioni anticipate, cosa che di fatto getta il Paese ellenico in una nuova fase di elevata instabilità politica ed economica: questa mattina, il Parlamento di Atene non è riuscito ad eleggere il candidato alla Presidenza della Repubblica, Stavros Dimas, per la terza volta. Lo spettro del default sembra essere di nuovo vicino: la Borsa di Atene è infatti sprofonda a -11 %.

Dimas, “il burocrate gradito a Bruxelles”, si è fermato appena a 168 deputati, malgrado la soglia per eleggerlo per la terza votazione fosse scesa a 180: uno vero e proprio schiaffo per Antonis Samaras, il premier conservatore che, nonostante la pressione fatta sul partito Dimar e sugli Idipendenti, non è riuscito ad ottenere il sostegno necessaerio al suo candidato: la gran parte delle forze politiche che compongono la Boule, il Parlamento di Atene, hanno di fatto deciso per le elezioni anticipate.

La Grecia si avvia dunque alle elezioni anticipate, che potrebbero essere convocate per il 25 gennaio, per il primo o per l’8 febbraio: secondo gli ultimi sondaggi, al momento sarebbe favorita la sinistra radicale di Syriza guidata da Alexis Tsipras. In ogni caso, il problema rimane lo stesso: mantenere gli impegni presi con l’Unione Europea.

Su questo è intervenuto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, alla vigilia vista della terza ed ultima votazione: “Le nuove elezioni non cambiano nulla rispetto al debito greco – ha ammonito Schaeuble in un’intervista al quotidiano tedesco Bild – qualsiasi nuovo governo deve rispettare gli accordi contrattuali presi dai suoi predecessori con l’Unione europea, la Bce e l’Fmi”, cioè la cosiddetta troika.

Schaeuble ha riconosciuto gli “enormi passi in avanti” fatti dalla Grecia dall’inizio della crisi, cosa che quest’anno ha portato il Paese a raggiungere per la prima volta dal dopoguerra il surplus primario di bilancio. Ma, se dovesse vincere Tsipras, il Paese potrebbe “seguire un percorso diverso” e questo causerebbe “parecchie difficoltà all’orizzonte”. Il leader di Syriza, infatti, ha già annunciato più volte di voler rinegoziare i termini del salvataggio greco.