La Francia, il Burundi e gli asini della discordia

Possono dieci asini diventare motivo di scontro fra due nazioni? A giudicare dalla polemica a distanza tra Francia e Burundi pare proprio di sì. Andiamo per ordine. Qualche giorno fa Parigi ha donato un gruppo di somari a una ong nell'ambito di un progetto socio-agricolo in un villaggio della provincia di Gitega (est).

“Insulto”

Ma secondo alcuni esponenti politici vicini al presidente Pierre Nkurunziza, il regalo rappresenta “un insulto alla nazione“, in quanto non tiene conto del fatto che l'asino non è un animale locale, non fa parte della “cultura” del paese, oltre ad essere il simbolo, nella lingua francese, dell'ignoranza e della stupidità.
Il ministro burundese dell'Agricoltura, Deo Guide Rurema, ha ordinato la messa in quarantena dei poveri ciuchini, poiché consegnati “senza rispettare le procedure tecniche in vigore per gli animali esotici”.

Sorpresi

La popolazione rurale già utilizzava gli asini, comprati in Tanzania, per trasportare acqua, legno e prodotti agricoli. In realtà i francesi erano decisamente orgogliosi del regalo. Qualche giorno fa, in occasione dell'inaugurazione del progetto della ong, finanziato da Parigi, su Twitter l'ambasciatore francese in Burundi, Laurent Delahousse, si era rallegrato per “l'introduzione della Land Cruiser del regno animale in Burundi”, in riferimento ai dieci asini consegnati. Alle polemiche e alla messa in quarantena degli animali, Delahousse ha replicato assicurando che “da quanto so, tutte le procedure sono state rispettate“.

Possibile lettura

Fonti diplomatiche europee anonime, citate dalla stampa d'Oltralpe, collegano la vicenda degli asini al malumore delle autorità burundesi per le critiche della Francia e dei partner europei sul referendum costituzionale del 17 maggio. La vittoria del “sì'' consente a Nkurunziza di rimanere potenzialmente al potere fino al 2034. Inoltre la scorsa settimana il presidente Emmanuel Macron ha ricevuto all'Eliseo il suo omologo Paul Kagame, capo di stato del Ruanda, che intrattiene relazioni piuttosto tese col vicino Burundi.
“Un micro progetto è stato politicizzato in modo esagerato, con effetti catastrofici per i contadini. In prospettiva l'ong avrebbe dovuto introdurre un migliaio di asini nella regione. E un progetto simile nella provincia di Ruygi, finanziato dalla cooperazione belga da più di un anno, sta andando avanti senza alcun problema” hanno raccontato fonti diplomatiche anonime al quotidiano Le Monde. Ad asino donato si guarda in bocca, verrebbe da dire…