La Corte Suprema salva Blair, non sarà processato per la guerra in Iraq

L’ex premier britannico Tony Blair non sarà processato per l’invasione dell’Iraq nel 2003, quando il Regno Unito affiancò l’amministrazione di George W. Bush nell’azione militare che portò alla destituzione di Saddam Hussein, aprendo la fase di instabilità politica e sociale nel Paese del Medio Oriente.

A deciderlo sono stati i giudici della Corte Suprema britannica John Thomas (lord di Cwmgiedd) e Duncan Ouseley secondo cui, nel caso di specie, non è configurabile il crimine di aggressione, peraltro inesistente secondo la legge inglese. Viene così bloccata sul nascere la causa promossa con cui l’ex generale iracheno, Abdulwaheed al-Rabbat, aveva tentato di portare alla sbarra l’ex leader del partito Laburista.

I due magistrati hanno ammesso che il reato di aggressione è stato recentemente riconosciuto dal diritto internazionale, ma non può essere applicato retroattivamente a Blair. Tale crimine, hanno rilevato i giudici, non è inserito in un nessuna legge britannica e spetta al Parlamento decidere se riconoscerlo o meno. Lord Thomas ha anche citato il precedente del “caso Jones“, nel quale era stata esclusa l’applicabilità nel Regno di tale delitto. In quella occasione era stato respinto l’appello presentato da un gruppo di pacifisti che chiedevano il risarcimento per i danni derivanti dall’invasione dell’Iraq. “Non ci sono i presupposti per discostarsi dalla decisione adottata nel caso Jonese” ha spiegato Lord Thomas.

All’inizio del mese gli avvocati di al-Rabbat avevano sostenuto che i magistrati di Westminster avessero sbagliato a impedire la prosecuzione del processo. Secondo Michael Mansfield Qc il reato di aggressione avrebbe potuto essere applicato per via analogica. Secondo lo stesso Mansfield le conclusioni del “Rapporto Chilcot” (condotto dal deputato John Chilcot, capo della commissione d’inchiesta che avrebbe dovuto fare luce sul coinvolgimento di Londra nella guerra in Iraq) dimostrerebbero l’inutilità dell’attacco del 2003. Blair, pertanto, secondo Mansfield avrebbe dovuto essere processato.