La Cina teme Usa più aggressivi

La Cina guarda con proccupazione al licenziamento di Rex Tillerson da parte di Donald Trump. La stampa del Paese asiatico teme che ora, nell'amministrazione Usa, possano prevalere i falchi

La voce del Pcc

La rimozione del segretario di Stato, riporta l'Agi, occupa la prima pagina all'edizione di oggi del popolare tabloid Global Times – pubblicato dallo stesso Quotidiano del Popolo, voce mediatica del Partito Comunista Cinese – con una foto che ritrae i volti di Tillerson e Pompeo (che ne ha già preso il posto) sotto la scritta “porta girevole“, mentre l'opinione dell'influente giornale di Pechino è affidata alla versione on line.

Timori

Il Global Times cita brevemente i tanti casi di licenziamento nell'amministrazione a stelle e strisce, che indicano, scrive il tabloid, “una mancanza di volontà o di capacità da parte di Trump di vedere risolti i dissensi. Mentre le tribolazioni montano nell'amministrazione Trump, notizie come queste fanno presagire una mancanza di decisione di efficacia in Washington sul palcoscenico globale”. In particolare “quello che è preoccupante è che la maggiore parte delle persone che lascia è percepita come moderata nel modus operandi e nelle opinioni sulla politica estera rispetto a chi rimane. Questo ricambio di vasta portata sembra avere aumentato le possibilità di una Washington più aggressiva“. La guida del Dipartimento di Stato nelle mani di Mike Pompeo, il successore scelto da Trump, potrebbe portare a “incertezza e rischi più alti” per l'ex direttore della Cia, per il quale il Global Times auspica che possa “creare una più obiettiva comprensione della Cina”.

Sotto a chi tocca

Gli scossoni alla Casa Bianca, fra l'altro, potrebbero non essere finiti. Trump ha fatto sapere infatti di esser pronto a disfarsi di ogni collaboratore con cui si è scontrato, per rimpiazzarlo con persone in linea con la sua agenda politica. I media stanno scommettendo quindi sulla prossima testa. Il primo potrebbe essere una figura di spicco come H.R. McMaster, consigliere per la Sicurezza Nazionale, seguito dal capo di gabinetto, John Kelly