La Catalogna fa un passo indietro sulla secessione

La Catalogna annulla il referendum sull’indipendenza dalla Spagna, previsto per il 9 novembre. Dopo il ricorso presentato da Madrid, il presidente della Generalitat, Artur Mas, ha annunciato ieri di aver revocato la consultazione per “mancanza di garanzie costituzionali”. Il plauso del premier spagnolo è arrivato invece questa mattina: “Un’eccellente notizia – ha detto il presidente Mariano Rajoy – rispettare la legge è un obbligo di tutti”.

La sofferta decisione arriva dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, che aveva sospeso per sei mesi la decisione sul voto: erano stati sollevati dubbi sulla compatibilità del quesito con il secondo articolo della Carta del 1978, che recita: “La Costituzione si fonda sull’unità indissolubile della Nazione spagnola, patria comune e indivisibile di tutti gli spagnoli”. Malgrado l’annullamento, il presidente della Catalogna ha annunciato che la data del 9 novembre resta fissata: si terrà una sorta di sondaggio aperto a tutti i cittadini dai 16 anni in su, per conoscere l’opinione dei catalani sul futuro della regione. Grazie al lavoro di 20.000 volontari, quindi, il 9 novembre le urne saranno aperte in ogni caso: “La gente potrà comunque depositare il proprio voto e l’effetto sarà esattamente lo stesso”.

Non rinuncia dunque al sogno dell’indipendenza, Arturo Mas: l’obiettivo finale è quello di arrivare alle elezioni con una lista che raccolga tutti i partiti separatisti. Al momento, però, il segretario generale della Cdc ha spiegato che non è stato raggiunto un accordo con il partito della sinistra repubblicana per presentare una lista congiunta. “Il grande problema – ha concluso Mas – è che in questo momento manca il consenso: non escludo che lo troveremo in futuro”.

Quello del consenso, non è un ostacolo da poco per il presidente Mas: un recente sondaggio, infatti, ha mostrato come solo il 23% dei catalani continui a sostenere le posizioni referendarie, seguendo chi chiedeva di bypassare i giudici. Al contrario, il 45% degli intervistati ha dichiarato di preferire che le autorità regionali della Catalogna rispettino lo stop imposto dalla Corte stessa.