La Camera boccia la 'Goodlatte II'

Nonostante l'accordo sul 'Travel ban' e la linea meno dura adottata nei confronti dell'immigrazione messicana, specie all'indomani delle polemiche sulle famiglie separate, il presidente Trump riceve un nuovo schiaffo dal Congresso americano: la Camera, infatti, ha bocciato il testo di legge proprio sull'immigrazione presentato dall'ala repubblicana col sostegno dello stesso Tycoon. Un duro colpo all'amministrazione del Grand Old Party, messo di fronte al fallimento di una riforma sostenuta, sia pure a corrente alterna, anche dal presidente: schiacciante la maggioranza dei no (addirittura 301) ma, a far rumore, è soprattutto il flop del compromesso repubblicano, ottenuto a fatica negli ultimi giorni fra moderati e conservatori per arrivare all'approvazione di un piano che, fra le altre cose, prevedeva lo stanziamento di 25 miliardi di dollari per la costruzione del muro al confine col Messico.

 

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Il naufragio della Goodlatte

Ma non solo muri. Il provvedimento “di compromesso” includeva nel dossier anche proposte politiche di stampo conservatore, prima fra tutte la concessione, agli immigrati idonei, attraverso il Daca di uno status legale temporaneo per sei anni, con possibilità di richiesta, successivamente, di una carta verde anche se non sarebbero state previste garanzie di ottenimento. Niente di tutto questo: come accaduto il 21 giugno scorso con la proposta di legge a firma Bob Goodlatte, la Camera ha risposto picche alle istanze repubblicane, ponendo il veto su riforme che, a detta del Grand Old Party, avrebbero ridotto drasticamente i livelli di immigrazione ed esteso il programma Daca (in quel caso i votanti contrari repubblicani erano stati 41).

Tweet vano

I sentori negativi, in realtà, erano nell'aria già dalla scorsa settimana, quando alla maggioranza repubblicana era apparso chiaro che la proposta di legge sarebbe incappata nel “no” del Congresso. Per qusto i leader repubblicani hanno cercato di ritardare il voto, così da poter rinegoziare. Una mossa che non ha portato i frutti sperati, inciampando in particolare sulla cosiddetta richiesta di E-Verify, che impone ai datori di lavoro di controllare lo status legale dei lavoratori, specialmente nel settore della manodopera agricola. In una sorta di parallelismo con la proposta naufragata la scorsa settimana, Donald Trump si era riferito a quella bocciata ieri come Goodlatte II, che il Tycoon aveva tentato di spingere attraverso un tweet che, da molte parti, era stato considerato tardivo.