Israele, Pence: “Ancora aperta l’ipotesi di spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme”

Donald Trump “sta dando seria considerazione allo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme”. Lo ha detto il vicepresidente Mike Pence alla vigilia della visita del presidente palestinese Abu Mazen alla Casa Bianca. Trump “ha assunto personalmente l’impegno di risolvere il conflitto israelo-palestinese”, ha aggiunto Pence durante la commemorazione del giorno dell’indipendenza di Israele nella west wing della Casa Bianca.

Durante il vertice con Abbas, Trump chiederà “l’impegno a lavorare insieme per portare avanti gli sforzi di pace” incagliati dal 2014. Il presidente palestinese – arrivato ieri negli Usa – vedrà anche il segretario di stato Rex Tillerson e numerosi senatori, deputati e anche rappresentanti delle organizzazioni ebraiche americane. I palestinesi nei giorni scorsi hanno espresso un cauto ottimismo sull’incontro e il portavoce del presidente, Abu Rudeinah, ha fatto sapere che Abu Mazen riproporrà a Trump la necessità di un accordo negoziale basato sull’Iniziativa di pace araba del 2002.

Il tutto avverrà a poche ore dalla risoluzione con cui l’Unesco ha negato la sovranità di Israele su Gerusalemme. Benjamin Netanyahu ha annunciato che Tel Aviv taglierà un altro milione di dollari dai fondi che paga all’Onu. La decisione presa a Parigi “è bizzarra“, ha spiegato il premier in apertura delle riunione di governo a Gerusalemme, e “questa vessazione ha un prezzo”. Già in passato Israele, dopo analoghe risoluzioni dell’Unesco e dell’Onu, ha tagliato i propri stanziamenti alle organizzazioni.

Intanto l’ambasciatore svedese a Tel Aviv Carl Magnus Nesser è stato convocato al ministero degli esteri a Gerusalemme perché la Svezia, unico stato europeo, ha votato a favore della Risoluzione dell’Unesco . “Un voto contro Israele, parte di una maniera sistematica di votazione“, hanno denunciato a Nesser il funzionario del ministero secondo quanto reso noto dal portavoce Emmanuel Nahshon. Gli altri paesi europei o si sono astenuti, come la Francia e la Spagna, o hanno votato contro, come l’Italia, la Germania.