Israele, otto arresti dopo l’attentato a Gerusalemme

Biblicum

In seguito all’attentato di venerdì alla Spianata della Moschee di Gerusalemme, la polizia ha compiuto perquisizioni ed effettuato otto arresti nella città di Um el-Fahem, nel Nord di Israele, da dove provenivano i tre assalitori. Lo ha detto alla radio militare il comandante della polizia di Gerusalemme Yoram Halevy secondo cui nel corso delle perquisizioni sono stati scoperti ”decine di coltelli, fionde, mazze, materiale propagandistico di incitamento, binocoli e petardi, ma non munizioni”.

Riapre la Spianata

La stampa israeliana aggiunge che ieri ispezioni analoghe, alla ricerca di possibili nascondigli di armi, erano state condotte dalla polizia israeliana anche nel perimetro della Spianata delle Moschee, alla presenza di guardiani del Waqf, l’ente per la protezione dei beni islamici in Palestina. Secondo la stampa sono stati trovati alcuni oggetti contundenti, ma non armi da fuoco. Nelle prossime ore alcuni degli accessi alla Spianata – rimasti sbarrati per motivi di sicurezza da venerdì mattina – dovrebbero essere riaperti al pubblico. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu in un comunicato diffuso nella serata di sabato e riportato dall’edizione online del quotidiano “Haaretz”.

Palestinese ucciso dall’esercito

Intanto fonti dell’esercito israeliano hanno riferito che un palestinese è stato ucciso dalle forze armate che tentavano di arrestarlo nella città di Nabi Salah, nella West Bank. L’uomo avrebbe tentato di aprire il fuoco contro i militari. “Le forze israeliane hanno affrontato il sospetto che ha tentato di aprire il fuoco contro di loro – si legge in una nota dell’esercito – Di fronte alla minaccia immediata i militari hanno risposto al fuoco provocando la morte dell’attaccante”.