Israele, Netanyahu sugli immigrati: “Non tutti sono rifugiati. Salvaguardiamo le frontiere”

“Molti degli immigrati non sono rifugiati ma gente che cerca solo lavoro”. Così il premier israeliano, Benyamin Netanyahu sul tema delle migrazioni. Il primo ministro d’Israele, nei giorni scorsi, aveva incontrato i residenti dell’area meridionale di Tel Aviv, da tempo in protesta per la presenza di un ampio numero di immigrati nei quartieri. A tal proposito, pronunciandosi sul tema ha affermato come occorra “salvaguardare le frontiere del Paese”, annunciando la creazione di “un team speciale ministeriale”.

Manifestazioni a Gersualemme

L’obiettivo delle autorità israeliane è “restituire i quartieri ai cittadini e rimuovere gli stranieri illegali che non appartengono al luogo”. Negli ultimi giorni, numerose proteste sono state indirizzate nei confronti del giudice Miriam Naor la cui casa, a Gerusalemme, è stata per diverse ore presidiata dai manifestanti contro la sua sentenza, nella quale bocciava la politica governativa nei confronti degli immigrati. Con la sua decisione, il magistrato aveva vietato la detenzione indefinita, misura che il governo aveva adottato nei confronti di tutti quegli immigrati che si opponevano al trasferimento in Paesi africani. I manifestanti si sono radunati nel quartiere di residenza di Naor, al grido di numerosi slogan tra i quali “Diritti umani anche ai cittadini”.

Sara Netanyahu verso l’incriminazione?

Intanto, come riportato dal quotidiano “La Stampa”, la moglie del premier Netanyahu, Sara, potrebbe a breve incorrere nell’incriminazione per corruzione. La consorte del primo ministro, infatti, secondo quanto riportato dalla tv “Channel 2”, sarà ufficialmente incriminata entro 10 giorni anche se, almeno per ora, non è arrivata nessuna conferma ufficiale. I fari dell’inchiesta sono stati puntati su Sara Netanyahu nel maggio del 2016, in relazione a presunti abusi dei fondi pubblici per spese private. Al fine di smentire le accuse contro di lei, la moglie del premier si sarebbe persino sottoposta al test della macchina della verità la quale, però, non risulterebbe una prova completamente attendibile.