Isis, le Nazioni Unite indagano sul commercio di organi in Iraq

L’Isis finanzierebbe le proprie attività criminali non solo con il riscatto ottenuto dai rapimenti, ma anche attraverso il traffico di organi. E’ stato l’ambasciatore Mohamed Ali Alhakim a lanciare l’allarme martedì in seguito al ritrovamento, all’interno di fosse comuni vicino a Mosul, di decine di cadaveri segnati da profonde incisioni chirurgiche e parti del corpi mancanti.

Le Nazioni Unite stanno verificando l’attendibilità delle accuse rivolte dal diplomatico e, come spiegato Mark Lyall Grant, ambasciatore britannico presso l’Onu, al momento non ci sono ancora prove di quanto affermato da Alhakim e la questione non è ancora stata discussa in maniera ufficiale. “Allo stato attuale non siamo in grado di confermare quanto detto dall’ambasciatore iracheno, ma è ovvio che qualsiasi forma di finanziamento illegale a gruppi come l’Is o altri estremisti è estremamente preoccupante”.

“Abbiamo i corpi. Venite ed esaminateli – ha detto ai giornalisti il diplomatico iracheno – è chiaro che mancano alcune parti”. Mohamed Ali Alhakim ha quindi riferito di decine di medici che sono stati “giustiziati” per essersi rifiutati di partecipare alla pratica. Già a dicembre sul sito al-Monitor si era diffusa la notizia in seguito alla denuncia di un medico locale che aveva riferito quanto compiuto dai terroristi. Venivano reclutate

Reclutavano dottori stranieri per eseguire gli interventi chirurgici che avvenivano nell’ospedale di Mosul, gli organi poi venivano subito trasportati attraverso reti specializzate nel traffico. Nella maggior parte dei casi si trattava di cuori, fegati e reni delle loro vittime o di combattenti che hanno perso la vita durante i conflitti con le forze di resistenza.