Iran, Rohani a Trump: “Il dialogo è il modo più breve per risolvere i disaccordi”

L’Iran è pronto ad aiutare qualunque nazione richieda assistenza contro il flagello del terrorismo”. Sono le parole del presidente iraniano, Hassan Rohani, rimarcando che “nella regione i terroristi hanno già creato danni irreversibili per l’umanità e per il patrimonio culturale che ci veniva dai resti di antiche civiltà”. Rohani (in carica dal 2013) facendo riferimento agli interventi già attuati nell’area, ha aggiunto che “l’Iran ha fornito assistenza all’Iraq e alla Siria per aiutarli a sradicare il terrorismo”.

Il presidente commenta anche il rapporto con gli Stati Uniti. L’ex Presidente Barack Obama fu tra gli artefici principali del Piano d’azione congiunto globale, comunemente noto come “accordo sul nucleare iraniano”, firmato a Vienna il 14 luglio 2015 tra l’Iran, il P5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti – più la Germania), e l’Unione europea.

Diversamente, il 45esimo presidente Usa, Donald Trump, proprio oggi ha congelato (tramite sospensione temporanea) i visti di ingresso negli Usa per i cittadini iraniani (circa un milione quelli già residenti) oltre a quelli dei siriani, iracheni, libici e a quanti provengono dalla Somalia, dal Sudane e dallo Yemen. Il tutto, finalizzato a scongiurare “l’arrivo in America di potenziali terroristi”.

In merito, Rohani ha detto: “Il dialogo è il metodo più breve e meno costoso per risolvere i disaccordi tra gli Stati”. “Siamo orgogliosi di pace, amicizia, fratellanza e convivenza”, ha continuato Rohani aggiungendo che “l’Iran non ha mai invaso altri Paesi nel corso degli ultimi secoli” e che “il popolo iraniano non ha mai conosciuto il razzismo“.

Inoltre, ha continuato Rohani, “nel nostro Paese diverse religioni, etnie e culture hanno sempre vissuto una coesistenza pacifica; in Iran abbiamo le moschee e le chiese e le minoranze religiose hanno rappresentanti in Parlamento”. Il presidente iraniano ha quindi rimarcato che “l’Iran è stato il pioniere della scienza nella storia del mondo e grandi poeti in lingua persiana sono stati fonte di orgoglio nei secoli”.

L’Iran, stato del Vicino Oriente conosciuto anche con il nome di Persia (in auge fino al 1935), è la patria di una delle più antiche civiltà del mondo ed è ricca di importanti reperti archeologici pre-islamici, alcuni dei quali caduti sotto la furia iconoclasta dell’Isis.

“Non è il momento di costruire muri tra le nazioni“, ha proseguito il presidente iraniano, riferendosi alla decisione dell’amministrazione Usa di costruire un muro di 2200 km lungo il confine con il Messico. “Gli Stati Uniti hanno dimenticato che il muro di Berlino è crollato molti anni fa: i muri tra le nazioni devono essere rimossi“. Il presidente iraniano ha anche sottolineato come, al contrario degli Usa, la moderna Persia abbia “aperto le porte” ai turisti stranieri dopo la firma dell’accordo nucleare del 2015.