Inizia l'era Pashinyan

Alla fine ce l'ha fatta: Nikol Pashinyan, leader dell'opposizione armena, è stato eletto premier dal Parlamento dell'ex repubblica sovietica. Una nomina che mette fine a tre settimane di proteste. Movimento popolare che ha posto fine all'era di Serzh Sargsyan.

Il voto

Il 42enne ex giornalista è stato votato da 59 deputati su 101, sei in più di quelli di cui aveva bisogno per approdare alla guida del governo.  Nella precedente votazione del primo maggio, a Pashinyan erano mancati i voti del Partito repubblicano di Sargsyan ma a sbloccare la situazione è stata la minaccia di uno sciopero generale. Il presidente russo, Vladimir Putin, è stato tra i primi a congratularsi con il neo-premier e gli ha assicurato che non romperà il saldo legame con Mosca di questo Paese di tre milioni di abitanti a maggioranza ortodossa.

Rivoluzione di velluto

Pashinyan, ottimo oratore, ha coronato così la “rivoluzione di velluto” iniziata nel 2008 e culminata nella protesta che da metà aprile aveva paralizzato le strade della capitale Erevan e in cui erano rimaste ferite 46 persone. Alla fine il premier Sargsyan, accusato di manipolare la Costituzione per restare aggrappato al potere, si era dimesso il 23 aprile.

L'impegno

Il nuovo premier guida il Congresso Nazionale Armeno, partito liberale di opposizione fondato nel 2008 dal primo presidente del Paese, Levon Ter-Petrosyan, con cui in seguito ha rotto i rapporti. In patria è diventato un volto noto solo durante le recenti manifestazioni iniziate a metà aprile contro la decisione di Sargsyan di rimangiarsi l'impegno a non farsi eleggere premier dopo 10 anni da presidente e una riforma costituzionale che nel 2015 aveva trasferito i maggiori poteri al primo ministro.

Oppositore

Pashinyan, espulso dall'università nel 1995 per le sue attività politiche, era stato querelato per diffamazione nel 2000 quando era direttore dell''Haykakan Zhamanak“. Nel 2004 la sua auto saltò in aria in un probabile attentato e nel 2008 fu costretto alla fuga perché accusato di aver ispirato una protesta che aveva causato 10 morti. Nel 2010 fu condannato a sette anni di carcere ma un anno dopo beneficiò di un'amnistia. Nel 2016 era stato eletto deputato. Il neo-premier armeno ha promesso riforme per combattere la corruzione e cambiare il sistema elettorale in modo che sia più democratico. Poi vuole convocare nuove elezioni parlamentari, dopo quelle del 2017.