Inferno di fuoco in California, 9 vittime

Le fiamme continuano ad avanzare in California dove tre incendi di grandi dimensioni hanno distrutto migliaia di strutture e costretto all'evacuazione la popolazione locale. 

Le zone colpite

Tra le zone più colpite anche la località turistica di Malibù, gioiello che si affaccia sull'Oceano Pacifico. Dal luogo balneare vicino a Los Angeles sono state evacuate 157 mila persone finora. Nella tarda serata di ieri le fiamme si sono avvicinate anche alla sede dell'Università Pepperdine costringendo all'evacuazione degli studenti presenti nel campus. Gli incendi scoppiati venerdì sera hanno completamente devastato la cittadina di Paradise, in Sierra Nevada. Qui ci sono state le conseguenze peggiori: le fiamme hanno provocato la morte di nove persone e la distruzione di quasi settemila edifici. Sulla situazione a Paradise, il portavoce del Calfire, il corpo di pompieri della California, ha ammesso che “la cittadina è stata distrutta”. Il sindaco Jody Jones ha dichiarato che il 90% delle abitazioni sono state travolte dal fuoco. Le autorità stanno valutando in queste ore i danni totali.

Anche un pezzo di storia del cinema tra le vittime

Dal racconto dei testimoni, l'incendio è iniziato giovedì per poi crescere a ritmo sorprendente ieri alimentato da venti forti e bassa umidità. L'arrivo delle fiamme ha gettato nel panico gli automobilisti bloccati nel traffico, provocando anche incidenti e sbandamenti con le persone disperate che abbandonavano le vetture per cercare riparo altrove. Le fiamme hanno incenerito anche un pezzo di storia del cinema mondiale: è stato distrutto, infatti, anche il villaggio western degli studios Paramount risalente agli anni Venti e in cui fu girata la maggioranza dei film di quel genere fino agli anni Quaranta. 

Allarme sui social

Anche in queste ore la situazione in California continua ad essere d'emergenza. I vigili del fuoco e le ambulanze non sono riusciti ad arrivare ovunque a causa del traffico in tilt. Moltissime persone stanno abbandonando le proprie case spontaneamente mentre si moltiplicano gli appelli e le richieste di aiuto pubblicate sui social media.