Indagò sulla Federcalcio: reporter ucciso

Tre colpi, tutti andati a segno, quelli esplosi verso Ahmed Hussein Divela, il reporter ghanese che, assieme ad altri colleghi, aveva fatto parte del team d'inchiesta sotto copertura guidato dal giornalista Anas Aremayaw Anas (meglio noto come “l'uomo delle perline”, vista l'abitudine a comparire con il volto sempre coperto da un velo fatto di questi oggetti, e indicato come “il reporter più temuto” del continente). Divela, 34 anni, aveva rivestito un ruolo di primo piano nell'indagine sulla corruzione dilagante nel calcio africano, un dossier d'inchiesta che aveva portato a smascherare un giro di illeciti all'interno dei vertici federali, tanto che lo stesso presidente della Federazione ghanese, Kwesi Nyantakyi, si era dimesso dopo essere stato filmato in compagnia di reporter celati sotto la falsa identità di investitori ai quali, in cambio di una consistente somma, venivano offerti affari con il governo ghanese. L'emersione dello scandalo aveva portato alla sospensione di oltre 50 arbitri africani dalla Confederazione del calcio africano (Caf). L'ex presidente, inoltre, aveva ricevuto una squalifica a vita e una multa di 500 mila dollari. Fra le accuse, anche quella di aver chiesto 11 milioni di dollari per dei contratti con il governo.

Reporter d'inchiesta

Divela è stato assassinato in strada, ad Accra, nel sobborgo di Madina, mentre si trovava all'interno della sua auto: due uomini, arrivati a bordo di una moto, lo hanno dapprima affiancato e poi colpito ripetutamente con una pistola. Tre colpi, uno al collo, due al petto, fatali. A dare l'annuncio del suo omicidio, un post apparso sui social: “Una notizia triste, ma noi non staremo in silenzio. Riposa in pace, Ahmed, #JournalismIsNotCrime #SayNoToCorruption”. Sembra che, negli ultimi tempi, il giornalista avesse presentato una denuncia dopo aver visto una sua foto sul web pubblicata da un politico (un video di minacce postato dallo stesso Anas, annunciando la morte del collega), il quale prometteva una ricompensa a chi lo avrebbe picchiato.