In manette due ex collaboratori di Netanyahu

Ci sono anche due ex collaboratori di Benjamin Netanyahu fra le 7 persone arrestate in Israele nell'ambito di un nuovo caso di corruzione che spaventa il premier

Gli arresti

Si tratta di Shlomo Filber, direttore generale del ministero delle Comunicazioni e dell'ex portavoce della famiglia Netanyahu Nir Hefetz. In manette anche Shaul Elovitch, proprietario del sito web di notizie Walla e azionista di maggioranza della più grande compagnia telefonica israeliana Bezeq, sua moglie Iris e suo figlio Or, l'amministratore delegato di Bezeq Stella Handler e il direttore esecutivo della società, Amikam Shorer.

Caso 4000

Conosciuto come “Caso 4000“, lo scandalo ruota attorno al presunto accordo tra Netanyahu ed Elovitch, riguardo una copertura mediatica positiva dell'operato del governo, in cambio di benefici finanziari per l'azienda Bezeq. Elovitch ha “categoricamente” negato le accuse mosse contro di lui, sostenendo che “nessun reato è stato commesso”. Secondo fonti delle forze dell'ordine, Elovitch ha influenzato la linea editoriale del portale Walla rispetto al premier e all'operato del suo governo, in cambio di finanziamenti per la sua azienda da parte del ministero delle Telecomunicazioni. Secondo il quotidiano locale The Times of Israel, le autorità di polizia prevedono di interrogare sul caso il premier Netanayhu e sua moglie Sara.

Le altre inchieste

Sono almeno quattro i casi che coinvolgono il premier in questo momento. Il più scottante è quello noto come “Caso 1000“, che vede Netanyahu accusato di aver ricevuto, a partire dal 2009, costosi regali del valore complessivo di almeno un milione di shekel, pari a circa 228 mila euro, dal produttore di Hollywood, Arnon Milchan, e da altri suoi sostenitori. Netanyahu è sospettato di aver favorito un progetto per conto di Milchan, dal costo stimato di 250 milioni di dollari, che prevedeva di costruire un impianto di assemblaggio automobilistico in Cisgiordania destinato a fornire posti di lavoro qualificati ai palestinesi, come parte di un'iniziativa di pace israelo-giordana.  Un altro caso, noto come “Caso 2000“, vede il premier accusato di aver chiesto ad Arnon Mozes, editore di uno dei quotidiani più letti in Israele, Yediot Aharonot, una linea editoriale a lui favorevole in cambio dell'impegno a creare problemi a un giornale rivale, Israel Hayom