IMMIGRAZIONE NEGLI USA, IL TEXAS SOSPENDE ANCORA IL PIANO OBAMA

Nuovo stop in Texas per la riforma dell’immigrazione annunciata dal Presidente Usa Barack Obama nell’autunno passato. Il giudice federale Andrew Hanen di Brownsville – città texana vicino al confine col Messico – ha confermato per almeno altri 10 giorni la sospensione del piano immigratorio. Hanen aveva già bloccato il decreto il 17 febbraio scorso accogliendo l’istanza presentata da una coalizione di 26 Stati che si erano costituiti in giudizio accusando Obama di aver approfittato del suo potere esecutivo.

“Non è un’amnistia di massa. Si tratta di responsabilità e di misure di buon senso”. Così il Presidente Usa aveva presentato agli americani il decreto che di fatto regolarizzerebbe 5 milioni di immigrati illegali, proteggendoli dai rimpatri forzati – chiamati “deportation” – e garantendo loro un permesso di soggiorno e di lavoro. “Siamo sempre stati e saremo sempre un Paese di immigrati. Anche noi siamo stati stranieri una volta, e ciò che ci rende americani è la nostra adesione a un’ideale comune, quello che tutti siamo creati uguali” aveva concluso.

I repubblicani lo avevano accusato di abuso di potere: “Il sistema dell’immigrazione va riformato con un percorso democratico, mentre il presidente Obama agisce come un monarca, un imperatore”, aveva dichiarato lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner. Secondo l’opposizione, l’amministrazione non ha rispettato l’Administrative Procedure Act, che prevede un periodo di notifica e dibattito prima che la Casa Bianca proceda con un’azione esecutiva. La promessa in campagna elettorale della riforma dell’immigrazione aveva fatto guadagnare ad Obama milioni di voti da parte dei cittadini di origine sudamericana aprendogli, di fatto, le porte della Casa Bianca. Una riforma che i repubblicani hanno osteggiato sin dal suo nascere e che si prospetta di difficile attuazione.