Il Trump del dopo voto

Che sia stata una giornata pesante per Donald Trump è fuor di dubbio: dall'adrenalina pre-elezioni alla tensione post-voto, dall'euforia per un colpaccio al Senato al confronto inevitabile con la stamp, giusto poco prima che Jeff Sessions decidesse di seguire il consiglio indirettamente caldeggiato dal Tycoon e farsi da parte rispetto all'organigramma dei ministri. Insomma, una giornata densa di emozioni. Dunque niente di strano se, alla fine, si trovi a discutere con un giornalista della Cnn, reo di averlo interrotto più volte durante le sue risposte fornite in conferenza stampa, un trattamento riservato anche ad altri reporter. D'altronde, il presidente già nel pomeriggio di ieri aveva attaccato gli organi di informazione, affermando di aver raggiunto questo risultato nonostante l'ostilità dei media.

Botta e risposta

Il clima post-voto ci ha consegnato un Trump euforico, tanto da procedere immediatamente con il primo assaggio del rimpasto dei ministri immaginato qualora le Midterm fossero andate bene, silurando l'ex fedelissimo Sessions e frenando subito l'arrembante portavoce dem, Nancy Pelosi, spiegando che “se i Democratici pensano di sprecare il denaro dei contribuenti per portare avanti inchieste alla Camera contro di noi, allora anche noi saremo costretti a considerare di indagarli al Senato per tutte le fughe di informazioni classificate, e molto altro. Anche noi possiamo giocare a quel gioco”. Un invito a restare tranquilli e, implicitamente, a crecare di lavorare insieme.

“Pelosi? Merita il posto di speaker”

Il problema, semmai, è che la stessa Nancy Pelosi ha rincarato la dose polemica, rilanciando tra l'altro la sua candidatura ufficiale al ruolo di speaker della Casa Bianca perché “la mia visione per i prossimi due anni è ripristinare il ruolo che la Camera deve avere come voce forte e indipendente per il popolo americano”. Un tentativo di riconquistare il posto di cui godeva fino a 8 anni fa ma anche un modo di consolidare il vantaggio dem alla Camera dei rappresentanti, decisamente ampio se si considera che, durante le elezioni per i governatori di 36 dei 50 Stati, gli americani hanno deciso di conferire la propria fiducia al Dp (il quale riesce a strappare sette poltrone, sei delle quali precedentemente in mani repubblicane). L'unica sfida aperta resta la Georgia, dove Stacey Abrams è ancora in corsa con il repubblicano Brian Kempt. Tuttavia, l'idea di una Camera guidata dalla speaker Pelosi non sembra spaventare particolarmente Donald Trump, tutt'altro: “In tutta onestà, Nancy Pelosi merita di essere eletta Speaker della Camera dai Democratici. Se le danno del filo da torcere, forse aggiungeremo dei voti repubblicani. Lei ha guadagnato questo grande onore”