Il presidente peruviano: “Niente ideologia nell’educazione”

“Abbiamo parlato di cosa succede al governo in Perù, della situazione degli ex presidenti, alcuni dei quali sono in carcere, della lotta alla corruzione e anche, naturalmente, della prossima visita del S. Padre”. Così Pedro Pablo Kuczynski, presidente del Perù, ha raccontato ad alcuni giornalisti presenti in piazza Pio XII i temi del suo colloquio con Papa Francesco in vista del viaggio del Pontefice in Sud America a gennaio. Un incontro fortemente voluto nonostante la crisi di governo che aveva portato Kuczynski a non partecipare alla sessione plenaria dell’Onu a New York dei giorni scorsi. “Ho spiegato al Pontefice cosa era successo, che c’è un nuovo ministro dell’educazione, della salute e qualche altro e il Papa ha compreso molto bene la situazione. Ho spiegato sia a lui che al cardinale Parolin, con cui abbiamo avuto un colloquio molto ampio, che il Perù è un paese molto diverso, tollerante, con molte etnie e molte tradizioni culturali ed è anche un paese profondamente religioso”.

Lo scoglio gender

In Terris ha chiesto al presidente peruviano cosa ne pensa dell’intenzione di inserire la teoria gender nella formazione scolastica nazionale, un tentativo respinto dal parlamento che ha innescato la crisi politica: “Gli uomini e le donne devono avere le stesse opportunità – ha risposto – Non deve esserci ideologia nell’educazione, noi siamo gente moderata, quello che ci interessa è che tutti i bambini e le bambine abbiano una buona educazione e poi possano fare la vita che scelgono”. Kuczynski, che ha definito “molto amena” la conversazione con il Papa, è poi tornato sulla crisi di governo. Lo stesso Pontefice lo ha incoraggiato dicendogli “Verranno tempi migliori“.

Il viaggio del Papa

Il presidente ha affermato che “è quasi tutto pronto, ci manca solo di definire esattamente dove si farà la gran Messa del Papa alla fine del viaggio, tutto il resto è già organizzato”. Riferendosi poi alla necessità di pace sociale nel continente, ha aggiunto: “Credo che in America Latina, in tutti i Paesi stiamo cercando di riconciliarci e senza dubbio la visita del Papa aiuta immensamente. Il Perù ha avuto un buon successo nella riconciliazione dopo l’epoca del terrorismo e dell’iperinflazione che avemmo 27 anni fa”. I tempi di “Sendero luminoso“, insomma, sono alle spalle. Questo, ha sottolineato il presidente, fa sì che “Il Perù ha uno sviluppo economico molto buono e ci dà una voce autorevole nel continente”.

Il problema della corruzione

E’ un tema che sta molto a cuore al Pontefice e Kuczynski ne ha parlato con il cardinale Parolin: “Gli abbiamo spiegato che al vertice delle Americhe in programma a Lima nell’aprile del prossimo anno faremo una proposta, in accordo con gli altri governi, per creare una corte interamericana contro la corruzione“.

La crisi in Venezuela

Il Perù, attualmente, ha interrotto le relazioni diplomatiche con il regime di Maduro e su questo il presidente è stato molto chiaro: “Ne ho parlato con il Segretario di Stato, non con il S. Padre, e in pratica quello che abbiamo detto è che si deve lasciare che entrino gli aiuti umanitari in Venezuela perché ci sono molte persone che stanno male, non ci sono medicine, e il governo attuale, naturalmente per ragioni di orgoglio, si oppone. L’altra cosa è cercare un dialogo perché ci sia un sistema di governo transitorio. Siamo tutti preoccupati – ha concluso – Vogliamo aiutare, vogliamo che il Paese che ha la riserva di petrolio più grande del mondo si meriti un destino migliore”.

I doni

Kuczynski era accompagnato dalla moglie Nancy Lange, cugina dell’attrice americana Jessica Lange. Il colloquio privato nella Sala della Biblioteca tra il Papa e il presidente è durato poco più di 25 minuti. Dopo la presentazione della delegazione (il capo della Casa Militare ha regalato al Papa la maglietta della Nazionale peruviana, che presto incontrerà quella argentina per le eliminatorie mondiali), c’è stato lo scambio dei doni. Il presidente peruviano ha donato al Pontefice un quadro della Vergine che scioglie i nodi, immagine molto cara al Papa fin dai tempi del suo soggiorno in Germania, proveniente da Cuzco. Inoltre uno bastone di comando tipico della cultura incaica in argento. Il Papa ha donato al capo di Stato il medaglione con l’albero di ulivo che riunisce una roccia divisa, sottolineando che ama “consegnarlo ai presidenti come simbolo di unione e di pace”, oltre a una copia dei suoi documenti “Evangelii gaudium”, “Laudato si'” e “Amoris Laetitia”.