Il nord della Cina coperto di smog, gruppo di avvocati fa causa a Pechino

E’ allarme in Cina, dove da venerdì scorso, una fitta cappa di smog ricopre una vasta zona nel nord del Paese. All’aeroporto di Pechino sono stati cancellati 359 voli a causa della scarsa visibilità, mentre in quello della vicina regione di Tianjin 243. Nelle città con allerta rossa, la più alta, le scuole sono state chiuse, così come 1.200 fabbriche. Inoltre, nella sola città di Pechino, i livelli di Pm 2,5 – le polveri sottili più pericolose, hanno raggiunto una concentrazione di 500 microgrammi per metro cubo, quando la soglia di rischio è di 10 microgrammi. Secondo le stime delle autorità competenti sono 460 milioni le persone che potrebbero subire pesanti conseguenze da questa situazione. Intanto, con il passare del tempo, sono migliaia le persone che sono state ricoverate negli ospedali per malattie dell’apparato respiratorio.

Nel frattempo, un gruppo di avvocati – sottolineando le lamentele delle persone sui social – ha intentato causa contro il governo cinese per non aver impedito che la cappa di smog coprisse il Paese. A riportare le motivazioni che hanno spinto i legali a fare causa contro Pechino è il Financial Times, che ha pubblicato sulle sue pagine la prefazione delle motivazioni dell’azione legale. “Si è parlato di progressi in materia di inquinamento dell’aria, ma quasi nessuna azione è stata fatta negli ultimi anni”,ha dichiarato Cheng Hai, uno dei cinque avvocati che hanno avviato la causa contro i governi locali di Pechino, Tianjin e Heibei.

L’inquinamento atmosferico è uno dei principali problemi che affliggono le città cinesi. Per larga scala è provocato dalle centrali elettriche a carbone, da fabbriche che non sono dotate dei filtri adeguati e che quindi rilasciano nell’aria agenti inquinanti, dagli impianti di riscaldamento oramai obsoleti e dall’enorme quantità di traffico.