Il nazionalista Dodik rappresenterà i serbi

Sarà l'ultranazionalista Milorad Dodik a rappresentare i serbi nella presidenza collegiale della Bosnia Erzegovina, insieme al musulmano Sefik Dzaferovic e al croato Zeljko Komsic

Risultati

Il candidato dell'Unione dei socialdemocratici indipendenti (Snsd) ha prevalso con il 54,06% dei voti sul moderato Mladen Ivanic, fermatosi al 42,79%. Sul fronte musulmano Dzaferovic ha ottenuto 37,30% dei suffragi, mentre il suo rivale, con circa 4 punti di vantaggio su Denis Becirovic (33,37%). Il nuovo presidente croato, con il 51,14%, è invece Komsic, del Fronte democratico, che ha sbarrato la strada del nazionalista, Dragan Covic (37,31%). 

Convivenza difficile

Il risultato suggella una campagna elettorale caratterizzata dal riaccendersi di toni nazionalistici in tutte le entità in cui è divisa la Bosnia, in particolare quella musulmana (la Federazione Bosnia Herzegovina, dove vive la metà dei 3,5 milioni abitanti del Paese), e la serba Republika Srpska. Ma anche tra i croati bosniaci (il 15%), che nell'architettura istituzionale del Paese attualmente sono rappresentati solo nella presidenza tripartita del Paese. 

Amici

In queste ottave elezioni generali dalla fine della guerra (1992-1995), gli elettori hanno anche rinnovato il Parlamento centrale e quelli delle entità autonome.  I riflettori sono puntati sul nazionalista Dodik che ha sempre criticato la struttura attuale, nata con gli accordi di Dayton del 1995. Da moderato appoggiato dall'Occidente a portatore della fiamma del nazionalismo serbo bosniaco, il 59enne Dodik è un veterano delle trasformazioni politiche. L'ultima è emersa proprio dopo il voto di ieri, che lo ha portato nel Consiglio di presidenza di uno Stato che aveva sempre definito “concetto fallito“. Da sempre sostenuto da Vladimir Putin, da qualche tempo Dodik si è avvicinato anche a Steve Bannon, ex consigliere strategico di Donald Trump, considerato il “deus ex machina” della ventata sovranista che sta attraversando l'Europa.