I nuovi “American Dreamers”: non chiamateli latifondisti

Stando all'ultimo rapporto stilato dall'Onu, nel 2050 gli Stati Uniti saranno tra i nove Paesi in cui si concentrerà la maggior parte della popolazione mondiale. Eppure, negli ultimi dieci anni, la proprietà terriera nel Paese si sta riducendo nelle mani di pochi. Secondo i dati di Land Report, una rivista che tiene traccia degli acquisti su suolo statunitense, oggi circa 100 famiglie possiedono circa 17 milioni di ettari in tutto il Paese: nel 200, se ne attestavano circa 8 milioni. Gran parte della terra in mano privata si estende in un'area che va dalla Regione delle Montagne Rocciose fino allo stato del Texas: un'area dove ranch e ville in campagna sono diventati piccoli centri di proprietà che spesso includono intere distese boschive. L'anno scorso, l'Idaho e il Nevada sono gli Stati in cui è cresciuta la proprietà privata, seguiti da Utah, Arizona e Colorado.

I proprietari

Come sottolinea la giornalista del The New York TimesJulie Turkewitz, gli Stati Uniti occidentali sono diventati oggetto d'interesse da parte degli investitori nel settore di legname e combustibili fossili. Secondo i broker che si occupano agli acquirenti, questo fenomeno è dovuto, in parte, al desiderio di investire in attività naturali in un momento in cui la volatilità economica, l'incertezza politica e la minaccia climatica disegnano un quadro complessivo assai fragile. Molti proprietari si propongono si propongono, altresì, di tutelare le terre. Il filantropo John Malone, per esempio, ha messo in piedi un'associazione per la salvaguardia dell'ecosistema nelle sue proprietà: uno sforzo che gli è valso l'elogio della Nature Conservancy, organizzazione deputata alla tutela e protezione dell'ambiente. L'uomo d'affari possiede quasi 900.000 etteari divisi tra vari Stati del Paese, tra cui New Mexico, Colorado. Alle voci di protesta verso questa concentrazione esclusiva della proprietà privata, la famiglia ha replicato: “Se uno vuole acquistare e possedere terreni, non vediamo perché uno non dovrebbe: viviamo in un Paese capitalista, dove vige il concetto di proprietà privata“. Malone non è il solo. Il fondatore della CNN, Ted Turner, è proprietario di almeno 800.000 ettari in diversi Stati, tra cui Montana  e Nebraska. Chi pensa che per proprietà privata s'intendano solo latifondi e boschi deve ricredersi: William Bruce Harrison, rampollo di una famiglia di petrolieri, è proprietario di diciannove montagne nel Colorado. Nella lista dei nuovi “latifondisti” non mancano nomi noti al grande pubblico: Jeff Bezos, patron di Amazon e fondatore della compagnia privata Blue Origin, che si propone di organizzare viaggi nello spazio, per realizzare la piattaforma di lancio dei razzi ha acquistato un'ingente area nel Texas occidentale. Nel settore alimentare, il nome più noto è quello di Peter Buck, fondatore della catena di ristoranti fast food Subway. Accanto a grandi imprenditori, il fenomeno sta interessando personalità poco note a livello internazionale, eppure interessate a creare latifondi. Tra costoro, vi sono i fratelli Wilks. Figli di un muratore, Dan e Farris Wilks rappresentano la nuova classe americane dei proprietari terrieri: “Attraverso il duro lavoro e la determinazione, hanno raggiunto il successo” ha dichiarato al The New York Times il figlio di Dan, Justin Wilks. Oggi, la famiglia possiede quasi 300.000 ettari spalmati in diversi Stati. Nella loro proprietà, s'annovera un canyon del fiume Payette, nell'Idaho sud-occidentale e un'ampia area presso la città di Smiths Ferry sino allo Stato del Montana. I fratelli Wilks sono stati al centro di numerose critiche: con l'acquisto di terreni, hanno serrato sentieri e bloccato accessi nei boschi, arrivando ad assumere guardie per pattugliare la proprietà. La relazione tra i Wilk e gli abitanti della zona è degenerata quando i primi hanno revocato i contratti di utilizzo della strada, indispensabili per l'industria di motoslitte che ioera nell'Idhao, portando circa 100 persone alla disoccupazione. Infine, dopo una serie di contenziosi, con la mediazione dei pubblici ministeri della contea, i fratelli riaprirono l'accesso ad alcuni sentieri per motoslitte e ricominciarono alcuni lavori di registrazione. Più Wilks hanno aperto il cancello su Boise Ridge Road e rimosso i cartelli di divieto d'accesso.

Noi, proprietari grazie alla Costituzione

A loro discolpa, molti dei proprietari ritengono legittima la proprietà privata in virtù della Costituzione americana. Già nell'Ottocento il governo federale iniziò a distribuire gratuitamente ettari per incoraggiare l'espansione dei piccoli proprietari. Rocky Barker, editorialista in pensione per il quotidiano locale The Idaho Statesman, ha definito l'intera questione “uno scontro tra due sogni americani”, che mettendo in discussione il rispetto per i diritti di proprietà privata contro la nozione di un patrimonio pubblico destinato, per Costituzione, al godimento di tutti, non solo delle classi più ricche.