Hodeidah
nella morsa
del fuoco

Prosegue l'avanzata dell'esercito governativo yemenita e dei loro alleati della coalizione a guida saudita sulla città costiera di Hodeidah. Le truppe, riferisce una una fonte militare, “si stanno preparando ad assaltare oggi l'aeroporto con il supporto aereo”. Ieri i militari si trovavano a pochi chilometri dallo scalo cittadino, mentre le operazioni hanno già provocato la morte di 118 combattenti da entrambe le parti. Questa mattina, la situazione risultava calma.

L'operazione

Il 13 giugno, la coalizione araba a guida saudita ha bombardato pesantemente le fortificazioni ribelli nella città yemenita sul mar Rosso, l'ultimo porto rimasto in mano agli houthi, per sostenere le operazioni di terra dell'esercito yemenita e dei suoi alleati, che hanno lanciato l'offensiva sulla città. Ieri, il ministro degli Esteri yemenita, Khaled al-Yamani, ha detto che le operazioni militari in corso contro Hodeidah “non si fermeranno finché tutto il territorio yemenita” non sarà liberato dalle milizie ribelli, sostenute dall'Iran e che ormai “la porta per la diplomazia è stata completamente chiusa”.

Popolazione a rischio

L'inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths, ha chiesto alle parti di “esercitare moderazione e dare una possibilità alla pace“, mentre organizzazioni umanitarie come Save The Children e l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) hanno denunciato che l'offensiva mette a rischio milioni di persone, tra cui 170mila bambini soltanto a Hodeidah. Le stesse Nazioni Unite hanno fatto sapere la scorsa settimana che l'assalto alla città potrebbe costare la vita a quasi 250.000 persone. Giovedì, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha chiesto alla coalizione araba a guida saudita e all'esercito yemenita di fermare l'offensiva su Hodeidah, chiedendo che il porto resti aperto per i carichi di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile.