Hillary Clinton perde i “grandi elettori”: esito delle elezioni sempre più incerto

Cresce la tensione in Usa a tre giorni dalle elezioni presidenziali più controverse e chiacchierate degli ultimi decenni. Quella che sembrava una partita da vincere a occhi chiusi, è diventata per la candidata democratica Hillary Clinton una guerra all’ultimo colpo – non sempre politically correct – contro l’avversario repubblicano, il miliardario newyorkese Donald Trump.

Secondo l’ultima rilevazione della Cnn, infatti, l’ex First Lady è scesa per la prima volta sotto la soglia dei 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. Considerando l’andamento dei sondaggi negli stati in bilico, adesso la candidata democratica sarebbe a quota 268 mentre l’ex a quota 204, con 66 grandi elettori ancora in gioco. Praticamente, il vantaggio della Clinton nella media dei principali sondaggi è ulteriormente sceso ad appena 1,6 punti; e questo a soli tre giorni dal voto.

Grane anche in casa Trump. Secondo l’Associated Press – sulla base di contratti e documenti di cui è in possesso – la giovane moglie slovena del Magnate, Melania, esercitò la professione di modella negli Stati Uniti almeno 10 volte pur essendo in possesso di in visto che le permetteva solo il soggiorno guadagnando, in quel periodo, oltre 20 mila dollari. Melania, che ha ricevuto la ‘green card’ nel 2001 ed e’ diventata cittadina Usa nel 2006, aveva sempre affermato di essere arrivata nel Paese legalmente e di non aver mai violato le norme sull’immigrazione. Se la storia fosse confermata, sarebbe di grande imbarazzo per Trump, visto che la linea dura contro gli immigrati illegali rappresenta il cuore del suo programma elettorale, compresa la proposta di una stretta su visti, green card e permessi di lavoro, nonché la costruzione di un muro per impedire il passaggio di clandestini dal vicino Messico.

Come se la lotta interna tra i due contendenti non bastasse, si profila anche una guerra “informatica” tra Usa e Russia. Gli hacker del Pentagono sono infatti riusciti a penetrare i sistemi di comando del Cremlino, rendendoli vulnerabili ed esposti a possibili attacchi, se si realizzasse la minaccia contro le elezioni presidenziali americane di martedì prossimo. Sono state violate anche la rete elettrica e quella delle telecomunicazioni russe. Gli esperti spiegano come di fatto si stiano preparando i campi di battaglia per un possibile cyberscontro e l’amministrazione Obama assicura che un attacco hacker russo al voto presidenziale verrebbe valutato come un vero e proprio atto di guerra a cui rispondere con la stessa arma.

La risposta di Mosca non si è fatta attendere. “Le misure per assicurare la cyber-sicurezza e la sicurezza dei sistemi informativi sono al momento capaci di fronteggiare le minacce ufficialmente ventilate contro di noi dai rappresentanti di altri paesi” ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Mancano ancora tre lunghi giorni al voto e i contendenti alla Casa Bianca hanno certamente altri assi nella manica.