Governo a pezzi: lascia anche Collomb

Prosegue l'emorragia di ministri dal governo francese. Il prossimo a lasciare sarà Gerard Collomb (Interni) che all'Express ha annunciato l'intenzione di candidarsi come sindaco di Lione nelle amministrative del 2020. Da lì la scelta di lasciare l'esecutivo dopo le Europee del 2019, in modo da far partire la compagna elettorale. 

L'annuncio

“Se non mi sarà diagnosticata alcuna malattia grave – ha detto scherzando – correrò per il comune di Lione”. Città che ha già governato per 16 anni, dal 2001 sino alla sua nomina come ministro del governo Philippe, avvenuta nel 2017. “Credo che se un esponente dell'esecutivo punti a candidarsi alle amministrative dovrebbe lasciare il suo incarico dopo le Europee” ha proseguito. “Non resterò agli Interni sino alla fine del mio mandato. Penso sia meglio occuparmi della campagna elettorale con un certo anticipo. Ma farò ogni cosa d'accordo col presidente”.

Ritorno alle origini

Da tempo Collomb aveva ricominciato a occuparsi di affari locali. Lo scorso 20 giugno ha contribuito a creare un'associazione volta a promuovere un dibattito sulle “prospettive di sviluppo della città di Lione nei prossimi 20 anni”. Mossa con cui aveva preparato il campo per la successiva candidatura “per il comune e la città metropolitana“. Anche se nel 2020 la legge non consentirà più di cumulare la carica di sindaco e di presidente della provincia. 

Il personaggio

Ex fedelissimo di Macron, Collomb (71 anni) è stato eletto deputato per la prima volta nel 1981. Nel 2001 la vittoria alle amministrative sotto le insegne del Partito socialista. Nel 2016 è stato uno dei primi dirigenti del Ps a sostenere la candidatura di Emmanuel Macron. In qualità di ministro degli Interni ha lanciato la “Polizia di sicurezza del quotidiano” e portato avanti il controverso programma “Asilo e immigrazione” poi approvato dal Parlamento. Poco amato tra le forze dell'ordine, Collomb è uscito indebolito dall'affaire Benalla. Nelle ultime settimane i suoi rapporti con Macron si sono fatti difficili. Poche settimane fa ha lamentato una “mancanza di umiltà del governo” in un contesto caratterizzato dal calo del consenso attorno al capo dello Stato. Con la sua uscita l'esecutivo perde un altro pezzo da 90 dopo le dimissioni di Nicolas Hulot da ministro dell'Ambiente. Nei prossimi giorni, fra l'altro, potrebbero concretizzarsi gli addii del Segretario di Stato per il Digitale, Mounir Mahjoubi, e del portavoce del governo Benjamin Griveaux, che potrebbero candidarsi a sindaco Parigi.