Gli Usa chiedono il sequestro di una petroliera iraniana

Per mare o per vie legali, continua la guerra delle petroliere tra gli Stati Uniti e la repubblica islamica dell’Iran. Venerdì 16 agosto il Dipartimento di Giustizia americano ha emesso un mandato per la confisca del petrolio e del denaro a bordo della petroliera iraniana Grace 1. Per gli Usa la nave farebbe parte di un piano per scavalcare la sanzioni americane imposte alla Siria, con la collaborazione delle Guardia armate della Rivoluzione iraniane. Nello stesso giorno la nave aveva ricevuto dalle autorità dello Stretto di Gibilterra il permesso di riprendere il suo viaggio a 43 giorni dopo dalla cattura, ma non sarebbe potuta partire prima di domenica. La nave iraniana era stata fermata lo scorso 4 luglio dai soldati della Marina britannica nel Mediterraneo dell’ovest, sospettata di aver violato le sanzioni dell’Unione europea nei confronti della Siria, paese alleato dell’Iran, importando lì petrolio. In vista della partenza, la nave ha spostato la sua iscrizione dal registro di Panama a quello iraniano e ha cambiato nome in Adrian Darya.

Le accuse

La lista delle accuse nei confronti di Grace 1 presenti nel mandato americano, riporta il sito della rete televisiva Al Jazeera, è corposa. Il Dipartimento di Giustizia ritiene che la petroliera, in accordo con le Guardie iraniane che gli Usa ritengono un’organizzazione terroristica, volesse di accedere illegalmente al sistema finanziario statunitense per sostenere le consegne illegali alla Siria dai paesi islamici suoi alleati. Nel dispositivo giudiziario emesso venerdì si afferma che sia la nave sia e i 2,1 milioni di barili di petrolio a bordo sono soggetti a sanzione basata sulla violazione dell’International Emergency Economic Powers Act –  una legge che consente al Presidente degli Stati Uniti di sequestrare i beni e vietare gli scambi commerciali a qualunque tipo di minaccia identificata al di fuori degli USA – , su frode bancaria, su riciclaggio di denaro e terrorismo. Scrive sempre Al Jazeera che il Dipartimento ha ordinato il sequestro di 995mila dollari che si trovano in un conto di una banca americana anonima che sarebbe legata a una società che funge da prestanome dei Guardiani iraniani della Rivoluzione.

L’incertezza

La richiesta americana non ha ancora ricevuto nessuna risposta da parte delle autorità inglesi o di Gibilterra. La decisione di liberare Grace 1 è stata presa giovedì 15 agosto da un giudice di Gibilterra che aveva disposto il rilascio della nave dopo sei settimane di sequestro. Decisione che sarebbe arrivata, riporta sempre Al Jazeera, perché il governo di Gibilterra sarebbe stato rassicurato dagli iraniani che la petroliera non avrebbe fatto rotta verso paesi soggetti alle sanzioni europee. L’intenzione della nave è di salpare domenica sera. Il capitano dell’imbarcazione attende l’arrivo di sei nuovi membri dell’equipaggio dopo che alcuni, tra cui lui stesso, avevano chiesto di essere sostituiti. Inoltre, durante lo stop a Gibilterra non sono stati effettuati lavori di riparazione e manutenzione, per cui non la nave non è ancora pronta per un lungo viaggio. Funzionari iraniani hanno fatto sapere che la petroliera si è cancellata dal registro panamense iscrivendosi a quello dell’Iran. Per il prossimo viaggio batterà quindi la batteria della repubblica islamica e avrà anche un nuovo nome, Adrian Darya.