Giordania, Erdogan a colloquio con il re Abd Allah: vertice su Siria, Israele e relazioni bilaterali

E’ sbarcato in Giordania, per il previsto colloquio con il re Abd Allah II e altre autorità del Paese, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, arrivato ad Amman con l’intento di discutere delle relazioni bilaterali fra i due Paesi, degli sviluppi su Gerusalemme e su altri argomenti caldi sul fronte mediorientale, come il conflitto israeliano-palestinese e quello siriano: “Voglio sottolineare l’importanza che attribuiamo al ruolo della Giordania nella protezione dei luoghi santi di Gerusalemme – aveva detto il presidente prima di lasciare Ankara -. Non vogliamo più assistere ad abusi, violazioni di diritti e attacchi, e quindi i musulmani del mondo devono essere solidali con Gerusalemme”.

La questione Gerusalemme

Al centro del colloquio bilaterale fra i due leader, ovviamente, non potrà non rientrare il recente periodo di tensione nella capitale israeliana, arrivato dopo l’attacco alla Spianata delle Moschee e la successiva decisione da parte del governo di applicare misure di sorveglianza più severe in ingresso al Monte del Tempio. Una scelta che aveva incontrato la ferma opposizione della comunità islamica, ferma nel ribadire la sua contrarietà alle restrizioni agli arrivi nella moschea di al Aqsa, considerata uno dei luoghi sacri più importanti della religione musulmana. Lo stesso Erdogan aveva interpretato le misure di sicurezza come “un tentativo di togliere al Aqsa ai musulmani con la scusa di attività antiterrorismo”.

Erdogan: “Uniti in difesa di al Aqsa”

Dopo l’attacco del 14 luglio scorso, durante il quale alcuni terroristi avevano aperto il fuoco su un drappello di militari presenti all’interno del perimetro (uccidendone due), e le conseguenti giornate di scontri nella capitale dovuti alle proteste della comunità islamica, era stato decisa l’installazione dei metal detector, rimossi poi il 25 luglio in virtù di telecamere di videosorveglianza. Poco prima di partire alla volta di Amman, Erdogan aveva spiegato che gli Stati di religione islamica dovrebbero formare un fronte unito per la protezione del luogo sacro posto nella Spianata delle moschee, della quale la Giordania è protettrice da oltre venti anni. Il 23 agosto prossimo, in Turchia, il presidente dovrebbe incontrare anche il segretario della Difesa degli Stati Uniti, John Mattis.