Ghouta est: 80 mila persone in fuga

Più di 6 mila persone nelle ultime ore hanno lasciato la zona della Ghouta est, portando a quasi 80 mila il numero totale da quando è iniziata la settimana scorsa l'evacuazione dei civili dalla roccaforte dei ribelli alla periferia di Damasco nel mirino dell'offensiva delle forze governative siriane.

In fuga

Lo ha riferito il ministero della Difesa russo, precisando che finora sono 79.702 gli individui che hanno abbandonato la zona dove nei giorni scorsi si è recato per la prima volta il presidente siriano, Bashar al-Assad, come mostrano le foto con le truppe diffuse da Damasco.

Nuova strage

Il tutto avviene mentre proseguono, incessanti, i raid sull'enclave ribelle, oggetto di una feroce offensiva da parte di Damasco. Durante uno degli ultimi bombardamenti, ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Ondus) è stata colpita anche una scuola. Nel crollo sarebbero rimasti uccisi almeno 15 bambini. “Tre missili hanno centrato la scuola, il cui livello sottoterra era usato come rifugio”, ha affermato il fondatore dell'Osservatorio, Rami Abdel Rahman, indicando che il raid ha colpito la città di Arbin, nell'area della Ghouta. “Le squadre di soccorso stanno cercando sopravvissuti sotto le macerie“, ha aggiunto la ong, che, basandosi sulle munizioni usate e le testimonianze sul'aereo che ha operato il raid, afferma la responsabilità dei russi. Mosca, dal canto suo, ha sempre negato di aver messo nel mirino i civili, sebbene non abbia fatto mistero della sua intenzione di dare una mano a Damasco affinché Ghouta sia liberata dalla presenza dei ribelli, che, nel caso di Arbil, fanno capo alla fazione islamista Faylaq al-Rahman.

Afrin

L'altro fronte caldo, in Siria, è quello di Afrin. La città, fino a pochi giorni fa controllata dalle milizie curde, è stata conquistata dalle truppe turche. Ma per Erdogan non è sufficiente. L'operazione “Ramoscello d'ulivo“, ha detto il leader di Ankara, “continuerà sino alla alla distruzione del corridoio del terrore che passa da Manbij, Sincar, dove possiamo entrare in qualsiasi momento, Kobane, Tel Abyad e Qamishli”. Secondo alcuni corrispondenti dell'agenzia di stampa France Presse e ong internazionali, le forze turche e i loro alleati siriani si sono lasciati andare al saccheggio di case e negozi, portando via generi alimentari, apparecchiature elettroniche, coperte e altri beni. La Siria ha intimato alla Turchia a ritirarsi “immediatamente” da Afrin. In due missive indirizzate al ministero degli Esteri turco, Damasco ha definito “illegittima” la conquista della città, che ha visto unità filo- governative siriane scendere in battaglia per difenderla. “Il comportamento turco – si legge in una delle due lettere, di cui dà conto l'agenzia di stampa Sana – non solo minaccia i residenti e l'unità della Siria e del suo popolo, ma prolunga anche la guerra“.